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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Ghetto / Lungotevere de' Cenci

Ambulante senegalese morto in centro: si indaga per omicidio colposo

Nian Maguette sarebbe morto per cause naturali, forse a causa di un infarto. Disposta l'autopsia dal Pubblico Ministero

Omicidio colposo a carico di ignoti. Questa l’accusa rubricata stamane dalla Procura di Roma in relazione alla morte di Nian Maguette, l’ambulante senegalese di 54 anni deceduto ieri in lungotevere de' Cenci, in Centro Storico, durante una operazione dei vigili urbani contro l'abusivismo commerciale su Ponte Fabricio. Secondo quanto si apprende, dai primi elementi raccolti, sembrerebbe si sia trattato di una morte dovuta a cause naturali, forse un infarto. Il Pubblico Ministero Francesco Marinaro per avere maggiori elementi attende comunque i risultati dell’autopsia che verrà disposta domani e verrà effettuata all'Istituto di Medicina legale de La Sapienza.

LE PROTESTE DEI VENDITORI AMBULANTI - Sarà dunque l'autopsia a fugare i dubbi sulle cause del decesso del 54enne africano, trovato privo di vita in via Beatrice Cenci dopo essere scappato dal blitz degli agenti della municipale sul vicino ponte che collega l'Isola Tibertina al Ghetto Ebraico. Sulla vicenda sussistono infatti versioni discordanti, che hanno poi determinato una protesta da parte di una trentina di venditori ambulanti che hanno provato a bloccare l'area compresa tra lungotevere dei Vallati e largo Arenula, richiedendo l'intervento degli agenti di polizia in reparto antisommossa. 

Ambulante muore fuggendo dai vigili

LE DUE VERSIONI - Secondo gli ambulanti infatti Nian Maguette sarebbe morto dopo essere stato investito da una motocicletta con a bordo i vigili urbani in borghese. L'investimento sarebbe avvenuto secondo loro in via Beatrice Cenci, dove Nian Maguette è stato poi trovato cadavere in terra. 

LA VERSIONE DELLA POLIZIA - A smentire caterogicamente la versione dei venditori ambulanti sia la Polizia Locale di Roma Capitale che la Questura capitolina. Come sottolineato dal vicecomandante del Corpo Antonio Di Maggio, nessun agente del I Gruppo avrebbe inseguito il 53enne, così come disposto dallo stesso comando di via della Consolaazione.  "È stata solo sequestrata la merce. La vittima è stata trovata accasciata in via Beatrice Cenci, a circa 100 metri dal luogo in cui abbiamo operato, nei pressi dell'isola Tiberina".

INDAGINI DELLA MOBILE - Una versione confermata anche dagli investigatori di polizia. Le testimonianze raccolte dagli uomini della Squadra mobile e del commissariato Trevi, infatti, concordano sul fatto che l’uomo, è stato visto accasciarsi al suolo mentre si trovava da solo. Pertanto sarebbe da escludere che il decesso sia derivato da azione di terzi. Domani l'esame autotpico che fugherà i primi dubbi sulla morte di Nian Maguette.

BASTA POLEMICHE - A cercare di mettere fine alle polemiche i rappresentanti della comunità senegalese a Roma ed il segretario aggiunto del sindacato del Sulpl della Polizia Locale: "Basta polemiche e strumentalizzazioni, tra Polizie Locali e Senegalesi non esistono conflitti di alcun tipo, la Polizia Locale fa il proprio lavoro per far rispettare le leggi e l’episodio nel quale è morto un senegalese è soltanto una triste disgrazia e al momento gli unici testimoni oculari lo hanno confermato", scrivono in un comunicato congiunto Ibrahima Camara, senegalese e Segretario Generale dell’Associazione 'Africani del Mondo' e Segretario Generale dell’Associazione 'per lo sviluppo del Toro/Regione Nord-Senegal' ed Alessandro Marchetti, Segretario Generale Aggiunto del SULPL, Sindacato della Polizia Locale e funzionario della Polizia di Roma Capitale.

VICINI ALLA COMUNITA' SENEGALESE - "Per noi chi vende abusivamente può essere di qualsiasi nazione, anche italiano - ha aggiunto Marchetti, funzionario della Polizia di Roma Capitale - resta un venditore ambulante abusivo al quale dobbiamo sequestrare la merce, perchè lo prevede la legge. E, seppure comprendiamo tutte le loro ragioni, noi siamo obbligati a farlo, punto e basta. Vogliamo anche far sapere che siamo vicini alla Comunità Senegalese e alla famiglia per questo terribile lutto". 

CANALE DI DIALOGO - "Abbiamo completa fiducia nella professionalità Polizia Locale di Roma - ha proseguito Ibrahima Camara - fanno quello che prescrive la legge, semmai andrebbe cambiata la legge che è davvero troppo rigida e crea situazioni di questo tipo tra  vigili e ambulanti. "Per questo creeremo un canale di dialogo - concludono Camara e Marchetti - nel quale Comunità senegalese e polizie locali potranno confrontarsi coinvolgendo anche le istituzioni". 

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