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Cronaca

"Tre scuole private su cinque hanno rifiutato mio figlio down”

La denuncia è di una madre ed è stata raccolta dall'agenzia Dire. Da un'inchiesta della stessa agenzia è poi emerso che la tendenza piuttosto diffusa tra le scuole paritarie romane. Alessandra Mussolini: “Grave episodio di discriminazione”

Tre scuole private su cinque hanno detto ad un bambino down. La denuncia, raccolta dall'agenzia Dire, è di una madre che racconta di aver chiesto di iscrivere suo figlio a 5 scuole romane ed in tre casi ha ricevuto risposta negativa. Una tendenza questa che l'agenzia Dire ha verificato essere una pratica molto comune nelle scuole romane e non solo.

Telefono alla mano, dall'agenzia romana i giornalisti hanno contattato numerose scuole private paritarie, scoprendo che molte volte il bambino disabile riceve un "no". Ma anche quando scatta il "sì" arrivano i problemi sul sostegno. Ad esempio, come riporta l'agenzia Dire, “in un istituto cattolico gestito da una grande fondazione (la struttura e' a Roma e ha laboratori, centri sportivi, teatro, piscina) si aprono le porte per il nostro bambino che deve andare in prima, ma, ci dicono dalla segreteria, "noi siamo una scuola paritaria e vi dovete prendere l'onere del sostegno. In attesa che il ministero vi riconosca le ore e vi rimborsi, ma chissà quando avverrà".

Questo avviene nonostante la legge sulla parità del 2000 preveda che le scuole che ottengono il sì del ministero debbano accogliere tutti, disabili compresi. Tanto che ogni anno vengono stanziati dei fondi per il sostegno. “Il concetto”, spiegano dall'agenzia Dire, “lo ha ribadito anche il tribunale di Roma nel 2002 e nel 2008 il ministro Mariastella Gelmini ha rincarato la dose con un decreto in cui si dice che si ottiene la parità solo se si rispettano le norme di inserimento degli alunni disabili”.

Alessandra Mussolini giudica grave l'episodio, parlando di “grave episodio di discriminazione. Il fatto che questa famiglia, come tantissime altre, sia stata costretta a farsi carico delle spese di un insegnante di sostegno pur di permettere al bambino di frequentare la scuola primaria è un segnale chiaro della necessità di intervenire con misure adeguate che sostengano maggiormente le famiglie. E' però una responsabilità imprescindibile delle scuole affrontare tali situazioni con spirito di umanità, cercando di percorrere ogni possibile strada che possa facilitare l'accesso allo studio di questi bambini disagiati”.
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