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Cronaca

Perché Roma è piena di scritte contro il 41bis e per "Alfredo libero"

Le proteste in tutta Italia in solidarietà all'anarchico abruzzese, in sciopero della fame ad oltranza dallo scorso 20 ottobre nel carcere di Bancali, a Sassari

"No 41 bis", "Alfredo libero!", "41 bis è tortura", "Liberi tutti. Libere tutte". Questi i messaggi che da mesi si leggono scritti su muri, adesivi, striscioni, volantini e manifesti affissi a Roma e nel resto d'Italia da anarchici e anarchiche. Dalla via Nomentana a San Saba, passando per Trastevere, Marconi, Casal Bertone, Centocelle, Villa De Sanctis ed il Teatro Argentina, sono decine i messaggi lanciati dagli anarchici. Ma cosa vogliono? A chi sono rivolti i messaggi? E perchè gli anarchici hanno intrapreso questa battaglia? In solidarietà e vicinanza ad Alfredo Cospito, condannato al carcere duro, il 41bis appunto. Detenuto alla casa circondariale di Bancali (in provincia di Sassari), l'anarchico pescarese è infatti in sciopero della fame ad oltranza dallo scorso 20 di ottobre contro 41bis ed ergastolo ostativo.

Chi è Alfredo Cospito  

Nato a Pescara nel 1967, Cospito è ritenuto responsabile di aver piazzato, tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, la cui esplosione non ha causato vittime. Nonostante questo, lo scorso luglio la Cassazione ha riformulato l'accusa ai danni del detenuto in strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede anche l'ergastolo ostativo, il cosiddetto "fine pena mai". Dopo sei anni passati regime in Alta Sicurezza, lo scorso aprile le sue condizioni detentive sono peggiorate con il passaggio al regime del 41 bis. 

Cosa è il 41bis 

Il cosiddetto "carcere duro", introdotto nel 1992 per contrastare la criminalità organizzata, prevede una serie di restrizioni che impediscono il contatto del detenuto con gli esponenti della criminalità all'esterno del carcere. A motivare il passaggio di Cospito al 41 bis sono stati gli scambi epistolari avvenuti negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore. Inoltre, il reato contestato a Cospito, strage contro la sicurezza dello Stato, rappresenta una dei più gravi del nostro ordinamento, a cui non si è fatto ricorso neanche in casi di stragi mafiose con diverse vittime. 

Lo sciopero della fame 

I giudici di Torino hanno ritenuto che dietro questo fitto scambio ci fosse un nucleo organizzato, qualificando la Fai, Federazione anarchica informale, come una vera e propria organizzazione. Come ricordato nei giorni scorsi dal suo avvocato a Radio Radicale, nel passaggio al 41 bis, definito "ingiustificato", Cospito ha perso diverse garanzie, dalla palestra alle letture, fino alle quattro ore d'aria al giorno: "Tutto questo è scomparso senza che sia intervenuto nulla di evidente che possa giustificarlo. Cospito ritiene insopportabile questa situazione: la prospettiva è quella di restare in un carcere, con l’ergastolo ostativo, fino alla morte. Ha intrapreso questo sciopero della fame perché è il solo strumento di protesta che ha a disposizione e perché ritiene che non valga la pena vivere in queste condizioni". 

No 41 bis Alfredo Cospito

Le mobilitazioni a Roma ed in Italia 

Contrari al 41bis, compagni e compagne di Alfredo Cospito hanno organizzato presidi e mobilitazioni non solo nella Capitale, ma in contemporanea in tutta Italia (Torino, Bologna, Genova e Napoli e Roma). Come si legge nei volantini e nei comunicati resi pubblici su rivoluzioneanarchica.it, sito web che aggrega le notizie da 155 collettivi anarchici italiani: "Il 1 dicembre si terrà presso il Tribunale di Sorveglianza Roma l'udienza relativa al ricorso contro l'applicazione del regime di 41 bis al compagno anarchico Alfredo Cospito. 7 mesi dal suo trasferimento a Bancali in provincia di Sassari. 42 giorni dall'inizio dello sciopero della fame a oltranza contro 41bis e ergastolo ostativo. Quotidianamente in queste aule uomini togati decidono della liberà altrui, della vita e della morte di migliaia di persone che per scelta o necessità si sono sottratte alle leggi di uno Stato che quotidianamente sfrutta, affama, avvelena".  

"In solidarietà a tutti coloro che sulla propria pelle hanno provato e provano la farsa di questo stato democratico. In solidarietà ad Alfredo e a tutti i prigioneri rivoluzionari. Al fianco di Anna, Juan  e Ivan che si sono uniti allo sciopero della fame". 

I pacchi bomba alla Scuola Allievi carabinieri 

Tribunale di sorveglianza speciale di Roma che poi si è riservato di decidere sul reclamo presentato dalla difesa dell'anarchico Alfredo Cospito sul provvedimento di applicazione del regime detentivo 41bis per i prossimi quattro anni. Cospito è detenuto dal 5 maggio nel penitenziario di Bancali a Sassari in regime di carcere duro. Un provvedimento contro il quale l'anarchico, assistito dall'avvocato Flavio Rossi Albertini, ha intrapreso come detto uno sciopero della fame ad oltranza dal 20 ottobre. Cospito è stato condannato per la gambizzazione dell'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi avvenuta nel maggio 2012 e per due pacchi bomba nella Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) esplosi tra il 2 e 3 giugno 2006. 'È il primo caso di un anarchico al 41bis - ha commentato il difensore di Cospito - regime che nasce per combattere la mafia stragista e che invece oggi viene applicato a un anarchico".

Il blitz al Teatro Argentina 

Era invece sabato 26 novembre quando gli anarchici usarono come palcoscenico della loro protesta - nel senso letterale del termine - il Teatro Argentina, dove era in scena l'Amleto di Shakespeare. In quel caso salirono sul palco durante lo spettacolo esponendo uno striscione con scritto: "C'è del marcio in Italia: no al 41bis". Citazione che è proprio dall'opera ambientata in Danimarca e ripresa dal protagonista che la pronuncia subito dopo aver incontrato il fantasma del padre morto. Una volta arrivata in teatro la polizia, degli anarchici però non c'era già traccia con gli stessi che dopo aver srotolato lo striscione sul palco ed aver lanciato e diffuso alcuni volantini propagandistici si dileguarono prima di essere indetificati dagli investigatori della Digos poi intervenuti a teatro, con lo spettacolo che poi riprese normalmente. 

Il presidio a Trastevere

Blitz a teatro che era stato preceduto da un'altra mobilitazione. Era infatti lo scorso 14 novembre quando gli anarchici scesero in piazza a Trastevere per protestare contro il regime del 41 bis per Alfredo Cospito. In quel caso circa 400 persone tentarono di raggiungere il carcere di Regina Coeli ma vennero respinte dalle forze di polizia presenti in tenuta antisommossa. Momenti di tensione, qualche piccolo tafferuglio con le tensioni che rientrarono nel volgere di breve. In quel caso i manifestanti sfilarono in corteo su lungotevere in direzione di piazza La Malfa. Volti travisati e caschi in testa - con alcuni manifestanti armati anche di bastone - dietro allo striscione "No 41 bis, no ergastolo ostativo", il corteo dopo aver sfilato da piazza Gioacchino Belli si sciolse in viale Aventino. 

No 41bis sul murale di Falcone e Borsellino

Prima che Cospito cominciasse lo sciopero della fame un altro blitz era stato messo a segno la notte del 22 agosto scorso. "Antimafia tortura. Alfredo libero. No 41bis", con raffigurata in un cerchio la A simbolo degli anarchici ed una secchiata di vernice rossa a coprire i due giudici uccisi dalla mafia. Ad essere sfregiato, per la seconda volta in 8 mesi, fu il murale dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino realiizzato da Paolo "Gojo" Colasanti e inaugurato il 19 luglio 2017. 
 

Galassia anarchico insurrezionalista in fermento 

Roma contro il 41bis ma non solo. Da settimane il mondo anarchico insurrezionalista è in fermento per la vicenda e sta mettendo in atto attacchi e sabotaggi a sostegno della campagna dei compagni in carcere. Alcune settimane fa era stata imbrattata la facciata del tribunale di Genova con scritte e vernice rossa. In Liguria sono state bruciate le due sedi della Marr, l'azienda leader nel settore della ristorazione, di Taggia (Imperia) e Carasco (Chiavari). Per questi due episodi la Dda ha aperto un fascicolo per incendio doloso aggravato dalla finalità terroristica. Il rogo di Taggia venne poi rivendicato da una sigla anarchica sui social. 

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