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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Via Chivasso

La Storta: la 'mucca pazza' delle pecore colpisce un allevamento, abbattuti la metà degli ovini

Le Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili riscontrate dal servizio veterinaio della Asl RmE in via Chivasso. Oltre 300 gli animali nei quali è stata riscontrata la malattia infettiva del sistema nervoso

Oltre Trecento pecore macellate, altrettante messe sotto osservazione e un pesante danno economico per un allevamento di Roma Nord, La Storta per la precisione. Tutta colpa della scrapie, una malattia infettiva del sistema nervoso degli ovini che fa parte delle "Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili". Questa la definizione di una  patologia delle pecore simile alla mucca pazza (stessa famiglia Bse), riscontrata lo scorso mese di aprile in un allevamento di via Chivasso.

DA OVINO AD OVINO - Una malattia a carattere degenerativo progressivo, con una lunga incubazione dovuta ad un prione (agente patogeno di natura proteica e con elevata capacità moltiplicativa), trasmissibile da ovino ad ovino, ma non all'uomo, come dimostrato sino ad oggi dagli studi effettuati.

SCRAPIE IN UN ALLEVAMENTO DI LA STORTA - Il sopralluogo del servizio veterinario della Asl RmE è stato effettuato lo scorso 11 aprile, quando i sanitari hanno emesso un "verbale di sequestro cautelare per un totale di 653 capi di cui 363 da abbattere". Prelevato un tronco encefalico appartenente ad un ovino macellato, e disposta una indagine genotipica, è stato riscontrato un esito positivo il successivo 24 aprile, con comunicazione il 5 maggio agli uffici dell'Azienda Sanitaria Locale RmE.

ORDINANZA COMUNALE - Riscontrata la positività della scrapie in alcuni degli ovini dell'allevamento di via Chivasso si è quindi proceduto all'iter sanitario, "che obbliga le aziende sede di focolaio di scrapie classica ad aderire al piano di selezione genetica". Da qui l'ordinanza (n. 130 del 17 luglio 2014) del Comune di Roma a firma Ignazio Marino, che ordina "il sequestro cautelativo dell'allevamento di ovini (...) da abbattere (...) dal momento della notifica del presente atto e per l'intero periodo di osservazione".

SELEZIONE GENETICA - In pratica una selezione genetica naturale con "l'abbattimento selettivo degli animali - si legge ancora nell'ordinanza del Comune di Roma - in possesso del genotipo sensibile risultati presenti nell'Azienda, al momento del sequestro avvenuto l'11.04.2014 e degli eventuali nuovi nati, nonché la distruzione delle carcasse in impianti debitamente autorizzati, che prevede la macellazione per il consumo umano dei soggetti sensibili previo nulla osta del Ministero della Salute".

GENETIPIZZAZIONE - "Tali animali - come scritto nell'atto firmato dal sindaco Marino - saranno elencati singolarmente (mediante marca auricolare e/o bollo magnetico), con una successiva nota ad integrazione dell'Ordinanza, dovendo la Asl RmE, procedere alla genetipizzazione di tutti i capi per poter eseguire l'abbattimento selettivo di cui alla normativa vigente".

PULIZIA E DISINFEZIONE - A questo si aggiunge: "la distruzione o apposito trattamento dei materiali o dei prodotti potenzialmente contaminati che verranno specificati quali-quantitativamente con apposita nota integrativa (latte-mangimi-altro)". Oltre alla "pulizia e disinfezione dei locali adibiti all'allevamento degli animali e di tutto il materiale potenzialmente contaminato". "Solo in caso di abbattimento totale - scrive ancora il punto d dell'Ordinanzan.170  - con il divieto di ripopolamento dell'azienda con animali, prima del completamento delle operazioni di pulizia e disinfezione".

ATTUAZIONE DELL'ORDINANZA - A vigilare sull'attuazione dell'ordinanza gli agenti del XV Gruppo della Polizia Locale di Roma Capitale ed il personale del servizio sanitario della Asl RmE con l'attuazione dell'Ordinanza e della sua messa in atto attuata nell'arco di sessanta giorni, così come disposto dai regolamenti comunitari europei, dopo richiesta della Asl alla Regione Lazio e successivo nulla osta del Ministero della Salute.

INDENNITA' - L'abbattimento e la macellazione dei capi ha però determinato delle passività economiche nell'allevamento, a cui si ovvierà con una indennità all'allevatore sui capi perduti e sul latte non prodotto (circa 10.309 litri). Da qui ulteriori indagini dell'Istituto Superiore di Sanità che, tramite la Asl, che è l'autorità competente sul territorio, dovrà vigillare per scongiurare un possibile ritorno della Bse sulla scrapie classica.

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