Roma, il giorno dopo la guerriglia di piazza del Popolo: sedici i fermati. Raggi: "Violenza non è soluzione"
Tra i fermati ultras della Roma e militanti di estrema destra infiltrati nella manifestazione. Danneggiate auto della polizia locale di Roma Capitale
E' di sedici persone fermate e denunciate, il bilancio ancora provvisorio, degli scontri avvenuti nella serata di martedì 28 ottobre in piazza del Popolo, una delle zone del cuore di Roma. Tra loro otto sono ultras della Roma e militanti di Forza Nuova infiltrati nella manifestazione di imprenditori, commercianti e partite Iva iniziata pacificamente e terminata nel peggiore dei modi.
Nei guai anche diversi minorenni. Le accuse, secondo quanto riferito dalla Questura di Roma, sono "concorso in resistenza, violenza e danneggiamento".
Scene di guerriglia urbana con scontri tra facinorosi e polizia anche nel traffico cittadino, tra le persone che volevano rientrare a casa dopo aver finito di lavorare che hanno assistito (e vissuto) lunghi minuti di paura.
Le immagini video raccolte da RomaToday, raccontano come le zone prospicienti la stazione metro Flaminio e piazza del Popolo siano state messe a ferro e fuoco, anche con diversi cassonetti incendiati. Danneggiate anche due auto della polizia locale con decine di pattuglie dei Gruppi Trevi, Prati, Parioli e Sapienza impegnate nelle aree circostanti a piazza Cavour, piazza del Popolo e in via XX Settembre.
Tutto è iniziato dopo le 19:20 quando alcuni giornalisti sono allontanati dai militanti prima degli scontri: "Stasera non è serata". Hanno ripetuto più volte i facinorosi che, nel frattempo, si coprivano il volto con bandane e passamontagna. Un avvertimento scandito da una serie di bombe carta e petardi esplosi, con la polizia costretta a schierare gli idranti per cacciare dalla piazza i violenti.
I disordini sono poi proseguiti in piazzale Flaminio e via Giambattista Vico, con cassonetti distrutti e in fiamme, fino a ponte Regina Margherita e via Cola di Rienzo. Fitto il lancio di bottiglie di vetro, racimolate dalle campane verdi dell'Ama rovesciate sull'asfalto, e di sampietrini.
Qualcuno, verso le forze di polizia, ha tirato anche monopattini del servizio sharing. Il gruppo, un centinaio di persone con il volto spesso coperto da caschi e passamontagna (altro che mascherine anti Covid), si è disperso fuggendo verso il lungotevere.
Un elicottero della polizia ha sorvolato la zona per dare supporto agli agenti del Reparto Mobile che, nel frattempo, stavano iniziando a bloccare i primi "manifestanti". Il tutto mentre da alcune finestre si sentivano urlare insulti agli ormai decimati violenti, sparpagliati nel dedalo di vie di quel quadrante di città.
Sedici i fermati (e successivamente denunciati), fra i quali ultrà della Lazio e militanti di estrema destra. Alla manifestazione, quella violenta andata in scena il giorno dopo in cui erano stati resi noti i quattro arrestati degli scontri di sabato sera, partecipava anche il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino.
Dura, ancche in questa circostanza, la condanna della sindaca di Roma Virginia Raggi: "Cassonetti rovesciati e incendiati, lancio bottiglie e bombe carta, scontri con forze ordine. Guerriglia tra strade Roma non è accettabile. È momento delicato e difficile: violenza non è soluzione. Nessuna tolleranza verso chi vuole soffiare su fuoco disperazione", scrive su Twitter.
Cassonetti rovesciati e incendiati, lancio bottiglie e bombe carta, scontri con forze ordine. Guerriglia tra strade Roma non è accettabile. È momento delicato e difficile: violenza non è soluzione. Nessuna tolleranza verso chi vuole soffiare su fuoco disperazione.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) October 27, 2020