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Cronaca Trionfale / Piazzale Clodio

Scontri 15 ottobre, 25 a processo: Palazzo di Giustizia blindato

Un gruppo di attivisti sta manifestando per solidarietà fuori dalla struttura dove oggi si terrà il processo per i disordini avvenuti due anni fa

Palazzo di giustizia blindato questa mattina per il processo davanti ai giudici della nona sezione penale a 25 persone accusate per gli incidenti della manifestazione del 15 ottobre del 2011. Fuori dalla struttura un centinaio di manifestanti sta protestando. "No alla repressione, liberi tutti" si legge su uno striscione.

Gli attivisti, presidiati da diverse camionette delle forze dell'ordine, stanno manifestando davanti all'ingresso di via Golametto, chiuso per sicurezza come tutti gli altri tranne quello di via Varisco. Anche davanti all'aula ci sono le forze dell'ordine.

Scontri 15 ottobre: le foto del corteo in solidarietà imputati

LE RIVENDICAZIONI DEI MANIFESTANTI - "Siamo alcuni degli imputati al processo per i fatti del 15 ottobre già da tempo condannati alla disoccupazione e alla precarietà di vita. Siamo genitori di figli che vanno in scuole sempre più fatiscenti e dove poco o niente vengono valorizzate le loro capacità personali. […]. Siamo fra i tanti che viviamo alla meglio di giorno passando spesso notti da incubo votate alla domanda su come trovare i soldi per mangiare l'indomani” scrivono in un volantino diffuso durante il corteo. Poi continuano che se qualcuno gli chiedesse le motivazioni della protesta “risponderemmo siamo partiti dalle nostre condizioni, dai nostri bisogni e alzando la testa ci siamo ribellati”.

LA DICHIARAZIONE DEL CARABINIERE - "Ho avuto paura" ha confessato oggi il carabiniere Fabio Tartaglione che si trovava alla guida del blindato dato alle fiamme in piazza San Giovanni oggetto di una fitta sassaiola da parte dei manifestanti. "Ancora oggi mi sveglio di notte urlando perché mi torna in mente quello che è successo. In quegli attimi ho pensato a mio figlio di appena 4 mesi, ho avuto paura". Rispondendo alle domande del pm, Francesco Minisci, Tartaglione ha ricostruito quanto avvenuto in piazza San Giovanni. "A bordo del mio mezzo c'erano altre nove persone. I primi sampietrini sono arrivati mentre ci trovavamo in via Labicana ma la situazione è peggiorata appena siamo arrivati nei pressi della piazza. Il mezzo è stato attaccato e gli specchietti retrovisore sono stati subito distrutti". Il carabinieri ricorda "la rabbia e la violenza con cui una ragazza, posta davanti al mezzo, lanciava sassi. All'altezza della Scala Santa arrivò l'ordine di indietreggiare ma non riuscendo a vedere dagli specchietti di fatto il mezzo era bloccato".

E ancora: "Uscito dal blindato fui colpito da alcuni oggetti fino a che dei colleghi mi hanno preso e posto in salvo a bordo di un’auto della polizia". Il carabiniere a causa delle ferite non è potuto tornare in servizio per sei mesi. "Avevo bisogno di tornare al lavoro, per uscire di casa: per circa un mese ho mangiato solo omogeneizzati per la frattura della mascella. Quel giorno ho temuto per me. Oggi ogni volta che sono di servizio la mia famiglia ha paura".

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