Erano stati arrestati perché colti in flagranza di reato, ma adesso escono dal carcere in quanto posti agli arresti domiciliari. Si tratta di sette dei dodici manifestanti fermati durante gli scontri dello scorso 15 ottobre in occasione della manifestazione degli Indignati. La decisione è stata presa dal tribunale del riesame presieduto da Vincenzo Capozza. Uno degli arrestati, Giovanni Caputi, resta in carcere, mentre per Alessia Catarinozzi e Alessandra Orchi, le quali erano già agli arresti domiciliari, è stato disposto l'obbligo di firma. Una decisione, quella che riguarda Caputi, che lascia sorpreso il suo difensore, l’avvocato Fabrizio Gallo, il quale si definisce “sorpreso". "Considero questa decisione iniqua - spiega il penalista -. Può aver avuto un peso il fatto che il mio assistito da tempo viva in Spagna. Valuteremo, una volta che saranno depositate le motivazioni, il ricorso in Cassazione".

Ai domiciliari vanno dunque in sette. Uno dei 12 arrestati era stato scarcerato all'indomani della convalida della misura, mentre per un altro indagato il tribunale del riesame si pronuncerà oggi. Tutti e 12 sono accusati di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti sono coinvolti altre due persone, Leonardo Vecchiolla, il giovane fotografato mentre lanciava un estintore ed arrestato a Chieti, e Carlo Seppia, fermato a Pisa. Ad entrambi sono contestati anche i reati di devastazione e di danneggiamento. La procura di Roma ha chiesto al gip il rinnovo delle misure emesse nelle città in cui sono stati arrestati i due. Per Vecchiolla é già stata emessa ed è in via di notifica.