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Cronaca Esquilino

Sciopero Metro, le richieste dell'Orsa: “Maggiore sicurezza per i nostri macchinisti”

Il segretario regionale Claudio Di Lisio a Romatoday: “Da tempo chiediamo una messa in sicurezza degli ambienti di lavoro, ma dall'azienda solo silenzio. Inoltre puntiamo ad un adeguamento delle retribuzioni”

Terminerà in serata l'agitazione degli aderenti al sindacato dell'Orsa. Lo sciopero non ha avuto ripercussioni gravi sulla mobilità dei romani. Come spesso accade però di fronte ad uno sciopero dei mezzi si guarda più alle modalità con cui viene portato avanti, piuttosto che ai motivi. In particolare oggi praticamente nessuno sembrava essere a conoscenza delle ragioni dell'agitazione. Anche l'ufficio stampa Atac, da noi interpellato, rimandava a “le stesse motivazioni dello sciopero del primo dicembre”.

Abbiamo quindi sentito il sindacato che ha indetto lo sciopero, l'Orsa per provare a capire le reali ragioni dell'agitazione. Claudio Di Lisio, segretario regionale dell'Orsa, ci spiega che “lo sciopero di oggi ha una doppia motivazione. Da un lato puntiamo alla messa in sicurezza degli ambienti di lavoro, dall'altro chiediamo che ci sia un adeguamento nelle retribuzioni, visto che sono stati aumentati gli stipendi solo ai livelli più alti”.

Da tempo chiediamo un abbattimento del livello polveri nei tunnel, ma dall'azienda nessun cenno

Per quanto riguarda la messa in sicurezza dei posti di lavoro Di Lisio ci spiega che “da tempo è stata sollecitata  una verifica rispetto alla presenza del gas tossico Radon che sarebbe presente all'interno dei tunnel della metropolitana. Rispetto a questo però dall'azienda è da giugno che non giunge alcun cenno”.

Non di solo radon però si “compongono” i tunnel di Metro A e Metro B. Di Lisio ci spiega infatti che “è dal 1985 che uno studio dell'Università di Tor Vergata ha riscontrato all'interno della Metro una concentrazione di polveri superiore al dovuto. Polveri che sono anche cancerogene. Basti pensare ad esempio alle sabbie di silicio per agevolare le frenature che è risaputo facciano male. Ebbene, noi da tempo chiediamo un abbattimento del livello di queste polveri, ma anche su questo l'azienda tace”.

Di Lisio ci racconta che tra i lavoratori c'è un aumento delle malattie di carattere cancerogeno. “Su questo però non abbiamo dati. L'aumento c'è, ma non mi sbilancio nel parlare di epidemia. Il dato certo è quello sulla presenza delle polveri. Dato per buono quello, bisogna assolutamente abbassarlo”.

L'agitazione odierna inoltre punta a chiedere “un adeguamento della retribuzione di operai e tecnici, rispetto a quella già concessa alle categorie più alte, e una revisione del periodo di apprendistato professionalizzante. Secondo quanto riferisce Di Lisio “i giovani macchinisti e capitreno si trovano a svolgere le stesse mansioni dei colleghi con contratto a tempo indeterminato, nonostante percepiscano una paga diversa”.

Infine il segretario regionale punta anche ad una “più precisa definizione di alcuni mansionari. Ad esempio il personale di stazione si trova a svolgere funzione di front office che non è specificata tra le mansioni del contratto. Ciononostante se ad esempio un obliteratrice non funziona la clientela si scaglia contro di loro. Anche per questo una redefinizione è necessaria”.
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