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Cronaca

Sciopero Cotral, troppe aggressioni agli autisti: giovedì 26 settembre bus a rischio

I sindacati: "Faremo tutto il possibile affinché si adottino immediatamente misure a deterrenza degli episodi che continuano a verificarsi, a partire dalla dotazione di cabine blindate su tutti i bus"

Troppi episodi di violenza. Troppe le aggressioni ai danni degli autisti. Per questo motivo le organizzazioni sindacali Fit Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno proclamato uno sciopero della durata di 2 ore con astensione dalle prestazione lavorative dalle 10 alle ore 12 relativo al trasporto pubblico locale servito da Cotral per giovedì 26 settembre. Saranno garantite tutte le corse fino alle ore 10 e quelle alla ripresa del servizio a partire dalle ore 12:01. 

Saranno attive, invece, le linee Atac e di RomaTpl. Lo sciopero arriva in relazione dei "gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza" ai danni dei lavoratori del trasporto pubblico di Roma e Lazio soprattutto in merito all'aggressione ad un verificatore Cotral Spa sulle linea Fiuggi-Alatri del 22 luglio, quindi quella ad un conducente Cotral aggredito a Trevignano il 19 settembre, ad uno di Atac, picchiato dal branco sulla linea 042 a Boccea, quella ad un'autista di Roma Tpl ad Acilia lunedì e, sempre nella stessa giornata, un episodio nella zona di Quarto di Miglio dove ad avere la peggio è stato il conducente della linea 654.

"E' il momento di mobilitarci e far sentire la nostra voce", spiegano i Segretari Generali della Filt-Cgil e Fit-Cisl di Roma e Lazio, Eugenio Stanziale e Marino Masucci, e il Commissario Straordinario della Uiltrasporti Lazio, Gian Carlo Serafini.

"Faremo tutto il possibile affinché si adottino immediatamente misure a deterrenza degli episodi inammissibili che continuano a verificarsi, a partire dalla dotazione di cabine blindate su tutti i bus, fino all'adozione di sistemi avanzati di monitoraggio della sicurezza dei lavoratori, quali l’utilizzo di telecamere e nuovi dispositivi tecnologici. Serve inoltre una riflessione – proseguono – sull'entità delle pene per chi compie reati nei confronti dei lavoratori, e sul riconoscimento economico-normativo delle aggressioni, che non possono essere considerate alla stregua di un generico infortunio o malattia. Non è più il momento di attendere, pretendiamo risposte tempestive: troppe persone sono finite in ospedale per situazioni scongiurabili e troppi lavoratori temono per la propria incolumità".

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