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Cronaca

Scale mobili rotte, sospesi 4 dipendenti per mancata manutenzione. "Servizio attivo a scapito della sicurezza"

Secondo il Procuratore Ielo: "La manutenzione delle scale mobili non veniva fatta o si faceva male per evitare un aumento dei costi"

Tre dipendenti di Atac e uno di Metroroma sospesi per un anno. Altre undici persone indagate. Tutti accusati di "frode nelle pubbliche forniture e di lesioni personali colpose gravi". In sostanza, come ha sottolineato il Procuratore Aggiunto per i reati contro la pubblica amministrazione Paolo Ielo, nel corso della conferenza stampa: "L'importante era che i treni andassero e che le stazioni rimanessero aperte, anche a scapito della sicurezza".

E' questo quanto emerso nell'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, relativa alla situazione delle scale mobili nelle stazioni della Capitale e aperta in seguito all'incidente alla fermata della metro Repubblica avvenuto il 23 ottobre dell'anno scorso in cui rimasero feriti alcuni tifosi del Cska Mosca per il cedimento delle scale mobili

I dipendenti di Atac e Metro Roma sospesi

I dipendenti sospesi sono Renato D'Amico, Direttore di esercizio Atac delle linee metropolitane A e B; Ettore Bucci, dipendente Atac con la funzione di Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.) relativo all'appalto a favore della società Metroroma s.c.a.r.l.; Alessandro Galeotti, dipendente Atac con la funzione di Responsabile di esercizio degli impianti di traslazione per le stazioni Repubblica e Barberini e Giuseppe Ottuso, Responsabile tecnico preposto e amministratore unico di Metroroma s.c.a.r.l.. 

Le indagini partite dall'incidente a Repubblica con i tifosi del Cska Mosca

Le indagini sono iniziate dopo l'incidente del 23 ottobre 2018 quando una scala mobile di Repubblica - che in quel momento trasportava tifosi diretti verso lo stadio Olimpico per assistere a Roma-Cska Mosca - ha iniziato ad aumentare la sua velocità, facendo precipitare un gran numero di persone e provocando molti feriti, alcuni dei quali anche gravissimi. 

Secondo quanto emerso dalle indagini è stato riscontrato "un reale e concreto pericolo per la sicurezza di numerosi impianti sulle linee della metropolitana come diretta conseguenza della condotta fraudolenta posta in essere dai dipendenti da Metroroma s.c.a.r.l.". Il tutto con la "volontaria compiacenza di chi, in Atac, aveva il ruolo specifico di vigilare sulla corretta esecuzione del contratto ovvero garantire le fondamentali condizioni di sicurezza delle stazioni metropolitane".

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I malfunzionamenti alla stazione Repubblica

Così, per stabilire le cause del grave incidente di Repubblica e accertare le conseguenti responsabilità, sono stati effettuati diversi sopralluoghi, anche con l'ausilio di un consulente tecnico nominato dall'Autorità Giudiziaria.

Qui sono emersi tre punti di "rilevante importanza penale": "la manomissione del freno di emergenza, deliberatamente escluso attraverso delle fascette in plastica che hanno impedito al meccanismo di rilasciare il cuneo stesso, compromettendo l'efficacia del freno di emergenza"; "l'omessa registrazione del freno di servizio che avevano uno scarso livello di efficienza, in quanto erano in grado di offrire una coppia frenante nettamente inferiore rispetto a quella prevista in progetto per frenare la scala in condizioni di massimo carico" ; "la memorizzazione codici guasto, arbitrariamente modificati i parametri, con lo scopo di cancellare gli elementi di riscontro tra i guasti che si verificano sugli impianti e le chiamate di pronto intervento per fermo impianto". 

Metro attiva in barba alla sicurezza

In sostanza, come ha spiegato il procuratore Ielo, il tema in discussione è quello della manutenzione delle scale mobili "che non veniva fatta o si faceva male per evitare un aumento dei costi. L'importante era che i treni andassero e che le stazioni rimanessero aperte, anche a scapito della sicurezza. E per questo sono stati manomessi deliberatamente alcuni strumenti di prevenzione degli infortuni".

"L'innesco di questa storia - ha aggiunto Ielo - è la vittoria della gara da parte di due imprese che poi si sono unite in Metroroma Scarl per l'appalto di manutenzione delle scale mobili attraverso il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, con un grande ribasso, prossimo al 50% (49,7% ndr). Un dato anomalo se si pensa che i 731 impianti che dovevano essere manutenuti richiedevano un numero di 2924 interventi annui" rispetto alla cifra ottenuta ed erano disponibili solo "37 dipendenti".

"ll pm ha evidenziato il grave allarme sociale - ha scritto il gip di Roma Massimo Di Lauro nell'ordinanza - Continuavano a verificarsi incidenti che sebbene noti tanto a Metroroma Scarl (l'azienda che si occupava di manutenzione degli impianti di scale mobili, prima della rescissione del contratto decisa dal Campidoglio, ndr), che Schindler (la ditta appaltatrice che c'era prima e che è stata 'rispolverata' per l'occasione, ndr) nonché agli organi addetti alla sicurezza Atac, non venivano segnalati e anzi opportunamente occultati".

Freni delle scale bloccati per evitare i costi 

Dalle indagini effettuate sono emerse svariate diverse criticità alla stazione Repubblica. Dalla consulenza tecnica si è "evidenziato come fosse stato bloccato uno dei cunei del freno, attraverso fascette di plastica, riducendo il 50% della sua efficacia", ha spiegato il procuratore Ielo. "Prima dell'incidente di ottobre 2018 c'erano stati diversi falsi allarmi. Bloccare il freno serviva a non generare criticità" che avrebbero causato, a cascata, un aumento dei costi. Insomma era preferibile far procedere il servizio anche se non in sicurezza.

Inoltre "abbiamo registrato una chat aziendale in cui veniva spiegato di incidere sulla memoria storica dei dati dei guasti per evitare penali all'azienda di manutenzione. In più ci sono differenze nel libretto di manutenzione (dell'azienda Metro Roma Scarl, ndr), in parte non compilato e in parte compilato in modo falso, incrociando lo scritto con il diario degli eventi di Atac. I due documenti non coincidevano", ha aggiunto Ielo. 

Il guasto della scala mobile alla stazione Barberini

Non solo. Nonostante il grave evento alla stazione Repubblica e "la consapevolezza da parte degli indagati di essere sottoposti ad indagine", i dipendenti di Atac e alla Metroroma s.c.a.r.l. "non hanno adottato alcuna condotta idonea alla salvaguardia della sicurezza degli utenti delle linee", tanto che il 21 marzo 2019 si è verificato un altro incidente, questa volta a Barberini dove "solo per un caso fortuito non rimaneva ferita alcuna persona", scrive il gip. 

Il sopralluogo svolto lo stesso giorno ha poi consentito di accertare che il sinistro aveva causato la "deformazione e rottura di una decina di gradini e dei pettini alla quota di arrivo dell'impianto".

Quando Raggi diceva che "i tifosi russi ballavano e saltavano sulla scala mobile"

"L'indegna gestione degli impianti di sicurezza delle scale mobili"

Dure la motivazioni del gip Di Lauro che, nell'ordinanza, spiega così l'attuazione delle misure cautelari che hanno portato alla sospensione dei 3 dipendenti Atac e dell'amministratore della Metroroma scarl: "La amara verità è che se non vi fosse stata la vigoria di alcuni tifosi di cittadinanza russa che con il loro peso corporeo sono riusciti a scatenare l'inferno all'interno della centralissima stazione di Repubblica, molto probabilmente l'indegna gestione degli impianti di traslazione (scale mobili, ndr.) subita con rassegnazione dagli utenti della metro, ormai avvezzi a percorrere a piedi scale mobili spesso ferme, non sarebbe mai venuta alla luce".

Il giudice parla di "vicenda riprovevole" in cui gli indagati per "cariche rivestite e conseguente possibilità di incidere sui processi decisionali hanno dimostrato un particolare disinteresse per la sicurezza degli impianti di traslazione della metro capitolina".  

I commenti di Atac e Raggi 

Non sono mancati poi i commenti. "Ringrazio la procura. Abbiamo fatto bene ad interrompere il contratto di manutenzione con la ditta privata. Chi ha sbagliato finalmente pagherà", ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi a margine della presentazione dei nuovi bus Atac a Ponte Mammolo. A lei ha fatto eco il presidente di Atac Paolo Simioni: "Ho piena fiducia nella magistratura".


Atac, nel ribadire la piena fiducia nel lavoro della magistratura alla quale è stata offerta piena collaborazione, "sottolinea che l'azienda è impegnata per garantire la piena sicurezza degli impianti nelle stazioni che ricadono sotto la sua responsabilità, insieme con la continuità del servizio. Lo confermano le decisioni sin qui intraprese, che tra l'altro hanno condotto alla risoluzione del contratto con la ditta di manutenzione e alla stipula del contratto con Otis, costruttore degli impianti, per una verifica e revisione straordinaria delle scale mobili. Ciò proprio allo scopo di garantire la loro sicurezza e funzionalità, pure se al costo di chiusure prolungate delle stazioni", si legge in una nota dell'azienda.

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