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Cronaca

"Rapinatori sfortunati": perdono alle slot e incassano i soldi delle donne rapinate

Tre arrestati, uno era ai domiciliari

Sale slot usate come bancomat: questo il fantasioso escamotage utilizzato da un terzetto di rapinatori per aggirare il sempre più comune uso di carte e denaro virtuale e trarre così beneficio dai loro reati. 

Sale slot come bancomat

I tre fermati dalla Polizia di Stato nel quadrante nord della capitale, fingendosi giocatori delle slot machine, entravano nella sala più vicina e, usando le carte di credito e i documenti appena rapinati, prendevano un ticket ma, dopo aver fatto una piccola giocata, tornavano alla cassa e, con la scusa di una giornata sfortunata, restituivano il ticket chiedendo però indietro denaro contante.

Il sistema scoperto dagli agenti del commissariato Ponte Milvio

Il sistema non è sfuggito agli agenti del commissariato Ponte Milvio che indagavano su  tre rapine, tutte commesse in orario notturno ai danni di giovani donne. Sempre lo stesso  schema: due uomini ed una donna, cercavano le vittime nelle vie del Fleming, le minacciavano con un coltello, si facevano consegnare la borsetta e fuggivano su un’utilitaria celeste.

Pregiudicati incastrati dalle telecamere

Determinante per il buon esito dell’indagine la conoscenza dei “pregiudicati di zona” degli investigatori. Visionando le registrazioni delle telecamere interne delle sale giochi hanno riconosciuto uno di essi, ovvero F.S., romano di 39 anni.

A fornire un’ulteriore elemento è stata la stessa donna del terzetto; F.A., queste le iniziali della 47enne arrestata, che, non paga del bottino di una delle rapine, ha contattato tramite social network la vittima e si è fatta consegnare dalla stessa 30 euro per averle “ritrovato” la borsa.

L'appostamento e la cattura della rapinatrice

Nei giorni scorsi, mentre gli agenti erano appostati nelle vicinanze dell’abitazione presso la quale F.S. era agli  arresti domiciliari, hanno bloccato un’utilitaria identica a quella usata per le rapine ed alla guida c’era proprio F.A. che nascondeva ,nell’auto ,lo stesso coltello usato per minacciare le vittime.

Le indagini per risalire al complice

Grazie a questi elementi gli investigatori hanno sottoposto a fermo di P.G. i primi due rapinatori e, dopo averli accompagnati in carcere, hanno proseguito le indagini per arrivare al complice.

A dare un nome ed un volto all’ultimo rapinatore sono sempre le varie telecamere di sorveglianza che hanno filmato i reati; per B.G., queste le iniziali del 36enne romano, le porte di Regina Coeli si sono aperte grazie ad un’ordinanza del Tribunale di Roma che è stata eseguita dagli stessi investigatori del commissariato Ponte Milvio.

Le accuse ai tre rapinatori di Roma Nord

I tre, in concorso fra loro, dovranno ora rispondere di una lunga serie di reati che vanno dalla rapina, all’utilizzo fraudolento delle carte di credito. Per il solo F.S. , evasione, avendo compiuto le rapine mentre era detenuto agli arresti domiciliari.

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