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Vandali all'istituto Lombardo Radice: "Da una settimana ostaggio di ignoti". Danni anche in altri licei

Devastazione nella scuola di piazza Ettore Viola. Sporcizia, bagni otturati, danni ed effrazioni anche in altri istituti dopo le occupazioni. I presidi: "Prima chiedono più fondi poi ci costringono a spendere migliaia di euro"

Una settimana di atti vandalici, senza tregua. E' quanto accaduto a liceo statale Lombardo Radice in zona Romanina e raccontato all'Adnkronos dalla dirigente scolastica Francesca Natali, che ha presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri nel pomeriggio del 22 dicembre.

"Ostaggio di poche decine di studenti"

Arredi distrutti, vetri spaccati, webcam rubate o danneggiate, pc divelti, estintori completamente scaricati e banchi nuovi oramai da rottamare, i raid dei vandali hanno messo in ginocchio l'istituto e costretto l'intera comunità studentesca a restare a casa in didattica a distanza. "Siamo ostaggio di alcune decine di studenti diretti da forze esterne - il racconto della preside -. Abbiamo anche scritto in un comunicato postato sulla home page della scuola che auspichiamo che gli studenti si dissocino dalla violenza e dalla distruzione di beni che appartengono a tutti, ma soprattutto che colgano questa occasione per cambiare seriamente il proprio modi di vivere la scuola".

Occupazione lampo, poi gli atti vandalici

Il 16 dicembre circa 40 studenti si sono barricati nella sede centrale, in piazza Ettore Viola, nonostante l'assemblea avesse votato contro l'occupazione e anche i rappresentanti d'istituto fossero contrari: "Grazie all'intervento del Commissariato - prosegue Natali -, che aveva già agito preventivamente, l'istituto è stato fatto sgomberare pacificamente. Il 16 stesso abbiamo sanificato i locali, ma il 17 mattina abbiamo trovato barricate agli ingressi, danni di ogni genere all'interno della scuola come vetri rotti, web cam distrutte o sottratte, sporcizia. Dunque abbiamo richiuso e risanificato sospendendo le lezioni fino al 20. Ma lunedì sera sono stata nuovamente avvisata di una ulteriore azione vandalica, siamo intervenuti subito, abbiamo risanificato e fatto lezione la mattina successiva, cioè martedì. Ma stamattina (mercoledì 22, ndr) quando abbiamo riaperto la sorpresa: sono rientrati, hanno scaricato gli estintori, distrutto i computer, i banchi nuovi con un unico scopo: non fare lezione".

La colletta degli alunni

Nonostante questo, 1200 alunni hanno deciso di promuovere una raccolta fondi per ripagare i danni: "La scuola è una comunità, ma non lo è quella in cui si sceglie deliberatamente di impedire ogni dialogo - conclude la preside - , in cui invece di coltivare il senso di responsabilità e di rispetto reciproci ci si affida alle pulsioni più cieche, si perseguono interessi personali che nulla hanno a che fare con lo scopo del nostro stare insieme. E' vile e vergognoso che questo attacco sia stato condotto ammantando di chiacchiere sulla necessità di cambiare il sistema scolastico, ma senza rispettarlo".

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Danni post-occupazione negli altri licei

Il Lombardo Radice non è, purtroppo, l'unico liceo in cui si sono verificati danni. Nelle chat dei presidi romani si moltiplicano foto e video di come sono stati lasciati gli ambienti dopo le occupazioni: dal Galileo Galilei all'Albertelli, passando per il Gullace quello che hanno trovato prof e personale Ata è sporcizia, banchi e cattedre rotti, bagni in condizioni pietose con water otturati, vetri di bottiglia ovunque, arredi e mobili danneggiati, porte e finestre divelte. "Come dirigenti scolastici non possiamo che essere contrari all'occupazione come forma di protesta - commenta a Roma Today Cristina Costarelli, presidente dell'associazione nazionale presidi Roma e Lazio e dirigente del Newton - . Sicuramente le motivazioni e gli ideali sono condivisibili, su molti ci siamo esposti anche noi vedi scaglioni orari, trasporti ed edilizia".

danni scuola-2

"Ma non possiamo che essere contro, perché è interruzione di pubblico servizio - prosegue Costarelli - ed è una dimostrazione di assenza di rispetto nei confronti dei compagni che non sono d'accordo. Spesso le occupazioni sono opera di una percentuale minima, 50 o 100 che bloccano l'attività di oltre 1000 ragazzi ed è contro i loro ideali. Non è vero che non vengono ascoltati, siamo sempre aperti a dare possibilità e spazio di organizzare quanto loro ritengono opportuno, prevediamo sempre giornate di didattica alternativa, sono autonomi nell'invitare ospiti e proporre lezioni, le scuole sono estremamente aperte al dialogo. Occupare significa interrompere questo dialogo. La distruzione delle scuole durante le occupazioni comporta spese per gli istituti: da un lato reclamano fondi per le scuole, dall'altro creano danni che richiedono spese anche di 10 o 20mila euro". 

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