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Domenica, 28 Maggio 2023
Cronaca

Rom, "nei campi aspettativa di vita inferiore di almeno 10 anni"

Sono queste le condizioni di vita per i rom della Capitale secondo quanto denuncia il libro "saluteRom. Itinerari possibili" realizzato dalla Caritas di Roma e presentato questa mattina durante il convegno "La salute dei rom: disuguaglianze vissute, equita' rivendicata"

I rom che vivono nei campi hanno un'aspettativa di vita di almeno 10 anni inferiore a quello della popolazione generale. Alti tassi di patologie cardiovascolari, metaboliche e osteoarticolari e una diffusione di infezioni delle vie respiratorie e intestinali con tassi che, per i bambini, sono proporzionali al tempo trascorso nei campi. 

Sono queste le condizioni di vita per i rom della Capitale secondo quanto denuncia il libro "saluteRom. Itinerari possibili" realizzato dalla Caritas di Roma e presentato questa mattina durante il convegno "La salute dei rom: disuguaglianze vissute, equita' rivendicata".

Presenti oltre 200 medici e operatori socio-sanitari di tutte le regioni italiane, il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, il presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni, Mario Affronti e del direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci. 

Il libro nasce da un'analisi della Caritas romana nell'ambito del progetto promosso dal "Tavolo Rom e Sinti" di Caritas Italiana e denuncia la "miopia delle politiche finora condotte per i rom" che avrebbero alimentato il già drammatico contesto di ghettizzazione ed emarginazione vissuto dall'etnia a causa di pregiudizi e stereotipi negativi. 

A peggiorare le cose, il disagio abitativo. "Le realta' abitative dei campi attrezzati - spiega la Caritas romana -, aree sovraffollate e isolate dal contesto cittadino in cui proliferano degrado e rassegnazione, e degli insediamenti spontanei, fatti di baracche improvvisate in luoghi malsani e sgomberate di continuo, non solo vanno contro ogni possibilita' di inserimento socio-lavorativo di queste persone, ma agiscono in modo determinante sulla salute di adulti e bambini". 

Salute messa a rischio anche dalla difficolta' di accedere ai servizi sanitari caratterizzato spesso da un "abuso del pronto soccorso, diagnosi tardive, interruzione delle terapie, percorsi assistenziali discontinui e frammentari, aspetti che inducono a riflettere sulla capacita' del sistema sanitario di accogliere le fasce di popolazione piu' vulnerabili e garantire loro le cure necessarie. Non solo per la mancanza di risorse economiche, ma anche per forme dirette e indirette di discriminazione nell'accesso ai servizi". 

Tuttavia, spiega la Caritas, di fronte a queste difficolta', "le amministrazioni locali e le politiche sociali continuano a tergiversare o a proporre soluzioni che non rispondono ai loro bisogni reali, concentrandosi sull'allestimento di campi nomadi o sugli sgomberi di quelli abusivi". 

Da 25 anni impegnata a tutela della salute dei rom, obiettivo della Caritas di Roma, spiega Feroci, "e' sempre stato di aiutare il popolo romani' affinche' arrivasse, con le proprie forze, ad essere artefice del proprio destino. Destino che, siamo sempre piu' convinti, non potra' costruire da solo, nella separazione dalla societa' ospitante, bensi' nel dialogo, nella compartecipazione e corresponsabilita' con la societa' gage'. Il lavoro per la promozione della salute che la Caritas porta avanti con tenacia e fedelta' si configura come paradigma di questo impegno: a partire dalla tutela di un diritto fondamentale, si costruiscono accoglienza, reti, solidarieta', dialogo, collaborazioni".

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