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Sabato, 20 Aprile 2024

Rifiuti tossici dati alle fiamme: il patto tra ditte compiacenti e la gang dei roghi di Salone

Il sistema che ha portato ad indagare 15 persone ed arrestarne quattro potrebbe essere solo la punta dell'iceberg

Una vera e propria banda specializzata nel far sparire rifiuti di ogni tipo, da quelli ingombranti agli inerti, ma anche rifiuti tossici quali oli esausti e rottami. Semplici le modalità, ovvero le fiamme, che per anni hanno costretto i residenti dei quartieri adiacenti alla baraccopoli di via di Salone a sporgere denunce ed a chiudere le finestre ed i balconi per non respirare i fumi ed i miasmi sprigionati dagli incendi. A foraggiare la "gang dei roghi tossici" del campo di via Sallè alcune ditte compiacenti che affidavano il materiale ad alcuni residenti della baraccopoli della periferia est della Capitale che poi provvedevano a bruciarli e farli 'sparireì

La gang dei roghi tossici a Salone

A smascherare quella che potrebbe essere solo la punta dell'iceberg una complessa indagine della Polizia Locale di Roma Capitale che ha preso spunto in seguito alle qurele presentate nel corso degli anni dai comitati di quartiere che da sempre denunciano il fenomeno dei "roghi tossici" a Salone. Sono quattro le persone raggiunte da misure cautelari (marito e moglie, entrambi cittadini bosniaci, di 61, 65 un altro bosniaco di 45 anni ed un cittadino romeno di 45) e 19 gli indagati per il fenomeno dell'illecito smaltimento dei rifiuti alla favela del VI Municipio. Un business che si sviluppava secondo diverse modalità con alcuni abitanti del campo che provvedevano a fare denaro in maniera autonoma, ovvero attraverso il rovistaggio nei contenitori dei rifiuti a caccia di metalli da poter rivendere ad acquirenti compiacenti magari dopo averli estratti da guaine e cavi elettrici trovati nei cassonetti. 

Il patto con le ditte compiacenti

A foraggiare gli incendi anche alcune ditte compiacenti, quattro secondo quanto riscontrato dalla Polizia Locale di Roma Capitale. Erano proprio i responsabili di queste imprese (due per la rivendita di auto, una che si occupa di prodotti di verniciatura ed una quarta proprio addetta allo smaltimento dei rifiuti), a contattare gli abitanti di Salone e ad affidargli "rifiuti ferrosi", "parti di automobili" ed "apparecchiature elettriche" da far sparire nella colonne di fumo dei roghi tossici che venivano poi appiccati all'interno ed all'esterno della baraccopoli. Di loro 15 sono indagati proprio per reati relativi allo smaltimento illecito di rifiuti speciali e non. 

Roghi baraccopoli via di Salone

Le indagini della Polizia Locale di Roma Capitale 

Una complessa indagine quelle dei 'caschi bianchi', diretti dal Comandante del Corpo Antonio Di Maggio, che dal febbraio al luglio 2017 ha documenti diversi incendi di rifuti pericolosi documentando dove venivano ritirati e come venivano smaltiti. Dai pneumatici ai cavi contenenti rame, ai rottami metallici e ferrosi, passando per elettrodomestici, batterie, fusti contenenti solventi e prodotti chimici. 

La gang dei roghi tossici di via di Salone 

Una vera e propria gang che ripeteva le operazioni anche diverse volte al giorno utilizzando un vero e proprio autoparco dedito a tale attività illecità. Sono infatti cinque i mezzi sequestratati ai fini della confisca dalla Polizia Locale, fra questi un camion a cui è stato installato un braccio meccanico proprio per raccogliere e scaricare i rifiuti nel minor tempo possibile. Una attività documentata dagli agenti che lo scorso 12 maggio hanno registrato i moviventi di un furgone da un Gps installato sullo stesso. In quel caso gli investigatori seguirono gli spostamenti di un cittadino montenegrino di 36 anni che si recò in una via del Centro di Roma per caricare calcinacci e materiale di risulta da un cantiere per la ristrutturazione di un appartamento.

Costi per le bonifiche 

Oltre al danno anche la beffa, sono infatti centinaia di migliaia gli Euro previsti dal Dipartimento Ambiente per bonificare le baraccopoli. Per il 2018 gli interventi prevedono le somme di 110.741,80 Euro per via di Salone, oltre 275mila euro per il campo di via Luigi Candoni a Muratella, ma anche 168mila per l'area del Parco di Centocelle, dove sorgeva il Casilino 900, fino al suo sgombero il più grande campo rom d'Europa. Altri fondi sono previsti anche per la Monachina, La Barbuta, via Salviati e via Lombroso. 

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