Roghi tossici a Roma nord, così venivano smaltiti i rifiuti a due passi dal Tevere
La polizia locale ha arrestato cinque persone e sequestrato il terreno, così come tutti i rifiuti presenti e un autocarro con all'interno parti di arredo da dismettere
Accunulavano rifiuti e li smaltivano, bruciandoli, in un terreno tra il cimitero Flaminio e il Tevere. Dopo mesi di indagini, anche grazie al supporto di droni, la polizia locale di Roma Capitale ha sgominato una banda composta da cinque persone, 'pizzicati' mentre davano fuoco a una quantità considerevole di rifiuti speciali e ingombranti.
I cinque, tutti romeni, sono stati arrestati ieri dagli agenti dell'unità Spe. Sono tutti accusati di reati ambientali: dal deposito incontrollato di rifiuti, alla combustione illecita. Gli investigatori erano da tempo sulle loro tracce. Il blitz è scattato intorno alle 12, all'altezza del civico 178 della via Tiberina, dove era presente un'area di smaltimento illecito di rifiuti.
Gli scarti, secondo quanto appurato dalla polizia locale, venivano regolarmente dati alle fiamme dagli occupanti delle baracche e di una struttura in muratura presenti nel sito. I caschi bianchi, al termine dell'operazione hanno posto sotto sequestro il terreno, così come tutti i rifiuti presenti e un autocarro con all'interno parti di arredo da dismettere.
Ulteriori indagini sono tuttora in corso sulla provenienza dei mezzi che sversavano abitualmente i rifiuti nell'area, con presunto compenso al proprietario secondo gli investigori. La posizione dell'uomo è ancora al vaglio. Accertamenti in fase di svolgimento anche rispetto al mercato di materiale ferroso ricavato dalle combustioni e ad eventuali abusi edilizi.
A commentare l'operazione, il sindacato unitario lavoratori polizia locale che in una nota del segretario romano aggiunto Marco Milani, oltre a complimentarsi con i colleghi della Spe, sottolinea: "Indagini come questa, ormai quotidiane, testimoniano il mutato ruolo delle Polizie Locali, negli attuali contesti di sicurezza urbana. Mutati ruoli che necessitano del loro riconoscimento, sia attraverso una legge di riforma nazionale della categoria, sia attraverso un nuovo ordinamento del Corpo di Polizia di Roma Capitale".