Rifiuti, "A Malagrotta ammucchiate 8 mila tonnellate di cdr"
A rivelarlo è il quotidiano on-line Affari Italiani. Massimiliano Iervolino dei Radicali Italiani denuncia: "Le istituzioni non hanno mai dato una risposta"
Oltre all'emergenza rifiuti dovuta alla necessità di chiudere la discarica di Malagrotta, la Capitale potrebbe doversi ritrovare ad affrontare anche l'emergenza cdr, ovvero il combustibile da rifiuto prodotto dagli impianti di Trattamento meccanico biologico.
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dal quotidiano on-line Affari Italiani che ha riportato una lettera inviata al Commissario Goffredo Sottile, al Ministro per l'Ambiente Andrea Orlando e a Comune e Regione, dal Colari, il consorzio che gestisce la discarica di Malagrotta nella quale si evidenzia la difficoltà di trovare dei luoghi dove bruciare il cdr.
Scrive Affari Italiani: “A Malagrotta sono state accumulate qualcosa come 8 mila tonnellate di rifiuti trattati, addirittura stoccate nella fossa del gassificatore”.
A chiedere conto di questa situazione è Massimiliano Iervolino, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani ed ex consigliere regionale: “In questi mesi ho chiesto più volte di conoscere quale fosse la destinazione finale del Cdr (o Css) prodotto dagli impianti di trattamento meccanico biologico di Roma. In un Paese normale la risposta degli attori istituzionali competenti non sarebbe tardata” denuncia. “Invece il rebus viene risolto da un noto quotidiano online”.
La preoccupazione va al pericoloso precedente: “Urge ricordare, infatti, come il disastro dei sei milioni di ecoballe – ancora oggi stipate nelle province di Napoli e Caserta ed oggetto del secondo deferimento dell’Italia presso la Corte di Giustizia Europea - sia avvenuto proprio per il mancato rispetto del Decreto Napolitano che prevedeva il divieto di accumulo e di stoccaggio del combustibile derivato da rifiuti” scrive chiedendo di fare chiarezza.
