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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza rifiuti, il punto: "Nessuno conosce i dati"

Intervista a Massimiliano Iervolino, autore del libro 'Roma: la guerra dei rifiuti' e membro del comitato nazionale dei Radicali Italiani

“Nel ciclo dei rifiuti romano manca la trasparenza”. È critico Massimiliano Iervolino, membro del comitato nazionale dei Radicali Italiani e autore di diversi libri sul tema dei rifiuti tra cui "Roma, la guerra dei rifiuti" e “Con le mani nella monnezza. I disastri della partitocrazia. Il caso Malagrotta: l’ottavo colle di Roma”. Dopo le indiscrezioni emerse mezzo stampa sulla presenza di 8mila tonnellate di Cdr nella fossa dell'inceneritore di Malagrotta, ha chiesto di poter visitare l'impianto, cercando di attirare sul caso anche l'attenzione delle istituzioni. Romatoday l'ha intervistato per sapere che ne pensa della situazione attuale.

La proroga di Malagrotta scade a fine settembre. Intanto si cerca una nuova discarica. Ci sono le condizioni per essere a un punto di svolta oppure è un film già visto?

Il punto è che questa classe politica non ispira nessuna fiducia. Motivo per cui, su una materia così impattante come quella dei rifiuti, la gente comune non si fida. Di svolte non ne vedo, se non quella negativa di inviare i rifiuti all’estero o in altre regioni. Un metodo che, secondo gli attori istituzionali, dovrebbe essere provvisorio ma che senza forti investimenti sul territorio rischia di essere definitivo. L’esempio Napoli, in questo caso, è più che calzante.

Sono ormai due anni che si cerca un nuovo sito per sostituire Malagrotta ma nessun luogo si è mai dimostrato adeguato. Sono stati fatti degli errori nella selezione dei siti? Quali sono le caratteristiche ideali per realizzare il nuovo invaso?

Fino ad oggi i siti sono stati scelti tramite ricerche bibliografiche. Si spera che da domani questi vengano selezionati attraverso analisi preventive fatte sul campo. Il nuovo invaso, al netto dei vincoli territoriali che vanno rispettati, deve essere di dimensioni piccole e deve smaltire solo materiale trattato e residuale. Per tale motivo conoscere dagli attori istituzionali competenti quanti e quali rifiuti si vorrebbero interrare è di per sé questione dirimente.

Oltre al problema dei rifiuti non trattati (poi portati con decreto commissariale negli impianti fuori Roma), negli ultimi giorni è emersa anche la possibilità che a Malagrotta giacciano tonnellate di cdr. Infine, il Campidoglio sta valutando di portare i rifiuti all'estero. C'è chiarezza sulle quantità di rifiuti che Roma deve trattare? Può farci un quadro?

Purtroppo sul ciclo dei rifiuti di Roma manca la trasparenza. Oggi sono pochissime le persone che conoscono i dati sensibili che lei mi chiede. Per esempio, nessuno dei comuni mortali è al corrente del funzionamento quantitativo e qualitativo dei 4 Tmb di Roma, così come nessuno conosce i prodotti provenienti dal misterioso tritovagliatore di Rocca Cencia e dalla terza linea di trattamento di Malagrotta. Potrei farle anche altri esempi, ma la sostanza non cambia. La mancanza di trasparenza pregiudica quella conoscenza condivisa che, invece, gioverebbe per valutare serenamente i costi/benefici di alcune scelte rispetto ad altre.

Ad oggi quanto può essere verosimile che Malagrotta riceva un'altra proroga?

Sulla questione Malagrotta di promesse non mantenute ne ho sentite tante, quindi non escluderei un’ulteriore proroga.

Perché proprio in questi giorni salta fuori l'emergenza cdr a Malagrotta? Da cosa può essere stata causata?

Perché Manlio Cerroni vuole un “aiuto” dagli organi competenti per costruire la seconda e terza linea di gassificazione a Malagrotta e le altre due ad Albano. L’emergenza Cdr è causata dall’inettitudine della classe politica. Di fronte a noi abbiamo due strade. La prima: si mantiene il sistema attuale di trattamento che porta alla necessità di costruire altri inceneritori. La seconda: cambiare impiantistica passando attraverso il sistema a freddo utile per il recupero di materia anche da indifferenziato. Io propendo per la seconda opzione, ma comunque la si pensi è urgente una decisione. Voglio ricordare che il disastro dei rifiuti a Napoli ebbe inizio proprio per l’accumulo indiscriminato di ecoballe. Oggi la conseguenza di quella scelta irresponsabile è il dissesto ambientale.

Cosa manca a Roma per uscire dall'emergenza?

Manca un forte investimento economico utile ad estendere il porta a porta in tutta la città, gli impianti per supportare tale scelta strategica e un mercato delle materie prime seconde e del compost.

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