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Cronaca Cassia / Via Anguillarese, 301

Rifiuti atomici a Roma, la Provincia dice sì alla 'discarica radioattiva'

La Provincia di Roma, il 14 gennaio, affida alla Nucleo spa i "lavori di bonifica delle ex centrali nucleari" de La Casaccia. Il deposito radioattivo è a pochi km dal lago di Bracciano

Tutto in silenzio. Nella disinformazione più assoluta e con una velocità che non può non stupire. E, per i più maligni, non fare pensare male. Una "discarica radioattiva" autorizzata in due anni. E una questione rifiuti urbani sulla quale la Provincia di Roma continua a muoversi con i piedi di piombo. E con una lentezza mostruosa.  Ieri la notizia è venuta fuori grazie ad un articolo di AffariItaliani, a firma di Fabio Carosi.

LA DISCARICA RADIOATTIVA - Lo scorso 14 gennaio, con la Delibera numero 127,  l'Amministrazione provinciale, all'epoca ancora presieduta da Zingaretti, attuale presidente della Regione Lazio, autorizza la richiesta di una società partecipata dalla Sogin, la società Nucleo spa, per la realizzazione di un impianto di "trattamento e stoccaggio di riufiuti radioattivi". La notizia tradotta suona più o meno così: a Roma sta per nascere una discarica di rifiuti radioattivi. Il sito scelto, e concesso, è via Anguillarese 301, nel territorio del Municipio XX. La zona, tra l'altro, non è assolutamente nuova ad operazioni di questo genere: nella stessa strada, infatti, c'è il centro "La Casaccia", dove il Cnr effettua studi su animali e habitat, mentre l'Enea lo aveva usato come centro di studi sull'energia atomica.

LA SOGIN - Nello stesso centro Enea è presente la Sogin che, sul proprio sito, scrive: "All’interno del centro di ricerca Enea di Casaccia, Sogin gestisce, dal 2003, l’impianto Opec, acronimo di Operazioni Celle Calde, e l’impianto Ipu, acronimo di Impianto Plutonio. L'Opec è costituito da due impianti, chiamati Opec 1 e 2. L'Opec 1 è entrato in esercizio nel 1962 ed è stato il primo impianto in Italia a eseguire attività di ricerca e analisi di post-irraggiamento sugli elementi di combustibile nucleare. L'Opec 2 è stato costruito negli anni settanta con il compito di ampliare le attività nucleari di ricerca, controllo e analisi che venivano svolte nell’Opec 1. L'impianto non è mai entrato in esercizio. 

L'impianto Ipu è stato progettato e realizzato a metà degli anni sessanta ed è entrato in esercizio nel 1968. Vi erano svolte attività di ricerca sulle tecnologie di produzione degli elementi di combustibile nucleare. Nel 1990, con la chiusura del programma nucleare italiano, le attività di ricerca sono state fermate. Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza degli impianti a tutela della popolazione e dell’ambiente".

LA NUCLEO S.P.A. - Ora, alla Nucleo spa, la cui proprietà è per il 60% di Sogin, è stato affidato "il lavoro di bonifica delle ex centrali nucleari e delle aree interessate da materiali radioattivo". In pratica, La Casaccia diventa a tutti gli effetti un deposito di materiale radioattivo trattato. E trovandosi a due passi dal lago di Bracciano, e a pochi km dal cuore di Roma, l'idea non sembra delle migliori. A fare discutere sono soprattutto, oltre le questioni ambientali, i modi con cui la Provincia di Roma ha dato il via libera alla costruzione della "discarica radioattiva".

LA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE - In questo caso, a differenza della questione rifiuti urbani, infatti, l'amministrazione Zingaretti riconosce la delega della Regione in materia di rifiuti e in appena due anni dalla richiesta, concede alla società richiedente tutte le autorizzazioni necessarie. E, naturalmente, scoppia la polemica: "Apprendiamo con sgomento e sdegno quanto sembra accadere a due passi dal lago di Bracciano dove è stata autorizzata dalla Provincia di Roma, guidata dall’attuale governatore del Lazio Nicola Zingaretti, addirittura una discarica di rifiuti radioattivi", ha dichiarato in una nota Fabrizio Santori.

"INTERVENGA CLINI" - Il presidente della Commissione sicurezza di Roma Capitale e consigliere della Regione Lazio continua: " E' un fatto gravissimo, e chiediamo perciò al ministro Clini le opportune verifiche e il ritiro dell’atto dell’amministrazione provinciale. Ci chiediamo come sia possibile parlare di rispetto dell’ambiente e chiedere di votare il referendum contro il nucleare e poi dare via libera a certe iniziative. Serve subito chiarezza su un atto di fine mandato che sembra rientrare nello squallido elenco dei favori pre-elettorali".

"ZINGARETTI SAPONETTA" -  Santori ha poi continuato, attaccando Zingaretti: "Questo comportamento ambiguo, che nei fatti smentisce gli impegni presi con gli elettori, è preoccupante e grave. Più di una volta ci è capitato di alludere a Zingaretti usando il soprannome di Saponetta. Anche oggi nessun nomignolo appare più azzeccato". La prima preoccupazione resta "la trasparenza, la salute, il rispetto per l’ambiente e per coloro che lo abitano. Tutti argomenti che non sono e non possono diventare di secondo piano nascosti dietro l’inadeguatezza di un governatore. Zingaretti si assuma le proprie responsabilità e faccia subito piena luce su questo argomento".
 

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