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Cronaca

Il cinema per ripulire i soldi della Camorra con l'aiuto del produttore romano

Nei guai è finito Daniele Muscariello, 44 anni. "Il cinema è il nostro strumento", diceva uno degli indagati. Per 'ripulire' i soldi il clan si affidava anche a un'azienda vitivinicola

C'è anche Daniele Muscariello, produttore cinematografico, tra i 9 arrestati nell'operazione dei carabinieri di Roma, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia. Muscariello ha all'attivo, tra gli altri, anche il film "All'alba perderò" selezionato al "Los Angeles film festival" come miglior film italiano 2021.

E proprio all'alba i carabinieri hanno bussato alla sua porta per notificargli l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. L'indagine ha portato alla luce una attività di riciclaggio, da cui emerge come camorra avesse deciso di ripulire denaro a Roma, attraverso la produzione di film destinati alle sale cinematografiche. 

Chi è Daniele Muscariello

Daniele Muscariello, 44 anni, come sottolinea nella biografia pubblicata sul suo sito ufficiale è "romano doc". Dopo un lungo periodo nel mondo del calcio, ha fondato due case di produzione cinematografiche indipendenti, la Henea Productions e la Union Film. La sua mission, si legge sito, quella di "emozionare il suo pubblico".

Il produttore non sapeva nel 2020 di essere intercettato dai carabinieri del nucleo investigativo. È così che è emerso il ruolo di Muscariello, dai millantati rapporti di amicizia con non meglio noti onorevoli fino alle reali collaborazioni con i gruppi criminali albanesi. L'imprenditore, con alle spalle e una relazione sentimentale con una “tentatrice” della seconda edizione di Temptation Island e tra le protagoniste di Uomini e Donne, non indagata, secondo le accuse era capace di muovere importanti somme di denaro e ripulirle per la camorra. 

Al telefono millantava amicizie in politica: "Io vado dall'onorevole, davanti casa sua", diceva. In realtà l'amicizia reale la avrebbe mantenuta con O' Pirata della gruppo camorristico D'Amico.  

Il ruolo di Muscariello così come quello di chi gli ruotava intorno, secondo gli inquirenti, è ben descritto da una intercettazione in cui un indagato spiega esplicito: "Perché un film può costare 200mila euro, ma può costare pure 50 milioni di euro". Secondo gli investigatori "il sistema era collaudato".

Tra gli arrestati anche un poliziotto e un agente

Tra le 9 persone arrestate, anche un agente di polizia e un carabiniere. Il poliziotto  era in servizio al ministero dell'interno. L'altro infedele rappresentante delle forze dell'ordine, in servizio al radiomobile. I due prendevano i soldi da Napoli, dalla camorra e lo consegnavano a Muscariello, che aveva il compito di riciclare i soldi. "Semplice, semplice", dicevano.

Il denaro faceva un viaggio che partiva da Napoli e arrivava ad una azienda viticola a Monte Porzio Catone. Quindi il passaggio alle casse delle due case produttrici di Muscariello sotto forma di fatture con la dicitura "sponsorizzazione per la realizzazione di opere cinematografiche". Una lavatrice che ha ripulito otto fatture per operazioni inesistenti.

Ecco perché contestualmente il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza ha sequestrato oltre 1 milione e 500 mila euro. Durante le indagini, invece, sono state documentate movimentazioni bancarie per operazioni di riciclaggio di almeno un milione 250mila euro, con la disponibilità sistematica di 200mila euro al giorno da destinare alle operazioni di 'mascheramento'. 

Come nasce l'indagine 

L'attività di indagine rappresenta l'approfondimento di un filone che il 18 gennaio scorso ha portato all'esecuzione di misure cautelari nei confronti di soggetti accusati di avere costituito due sodalizi albanesi dediti al narcotraffico e capeggiati da Elvis Demce e Ermal Arapaj

Dagli ulteriori accertamenti sono emersi i rapporti dei due con Muscariello in riferimento ad una vicenda legata ad un tentativo di sequestro, poi non andato a buon fine, di un imprenditore di Velletri che aveva accumulato un debito nei confronti del clan camorristico D'Amico Mazzarella, operante nella zona di San Giovanni a Teduccio a Napoli. Da qui parte l'indagine che svelerà il sistema di riciclaggio di denaro. 

Su Muscariello, così come gli altri 8 indagati, vige la presunzione di innocenza, in attesa di giudizio definitivo. 

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