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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ponte di Nona / Via Francesco Caltagirone

Ponte di Nona, i residenti e il no ad Action: "Noi lottiamo in maniera diversa"

Hanno detto no all'appello degli occupanti di via Cerruti che oggi manifestano per le strade del quartiere. I residenti spiegano le loro ragioni e raccontano come Nuova Ponte di Nona rischi di trasformarsi in una polveriera

In questi mesi hanno protestato, hanno chiesto l'intervento delle istituzioni, hanno fotografato il degrado che, secondo loro, è stato creato dagli occupanti. Oggi hanno scelto di non scendere in strada, di non schierarsi con chi da tre mesi abita con loro il quartiere di Nuova Ponte di Nona. Resteranno a guardare il corteo di Action che sfilerà tra le loro case ai cui balconi appenderanno un lenzuolo bianco. Un gesto semplice per dire "io non manifesto con chi non rispetta la legalità".

E' esplosiva la situazione a Nuova Ponte di Nona. Da un lato i militanti di Action, da tre mesi impegnati a portare avanti l'occupazione in via Cerruti e che oggi hanno deciso di manifestare per reagire all'ordigno piazzato di fronte al palazzo nella notte tra sabato e domenica. Dall'altro i residenti, non schierati con chi lotta per la casa perché non condividono questa risposta ad un problema, quello dell'abitare, da loro affrontato  diversamente.

E' un punto di vista, quello dei residenti, alternativo tanto agli occupanti, tanto a chi punta a metterli l'uno contro l'altro. Da un lato ci sono loro 'costretti', per i prezzi esorbitanti delle case all'interno del raccordo, a ripiegare sul più accessibile quartiere di Nuova Ponte di Nona. Dall'altro c'è  chi, con gli stessi problemi, ha scelto di occupare lo stesso appartamento che "io pago mese dopo mese con sacrificio e con un mutuo trentennale sulle spalle", racconta il 28enne Mirko qui nel quartiere da tre anni. "Anche io e mia moglie siamo precari", ci racconta e "se tra un mese a uno dei due non rinnovano il contratto, io sarò costretto a vendere casa perché non so come pagare il mutuo. Di sicuro però non andrò ad occuparne un'altra". Non sembra però essere solo un problema di invidia o frustrazione per dei sacrifici non fatti da chi occupa.

L'occupazione dello stabile a Ponte di Nona

Sin da subito infatti i 'pontenonini' hanno vissuto quest'occupazione come una provocazione. "La scelta di occupare qui non è stata casuale", sostiene un abitante. "Questa era l'ultima palazzina vuota di Caltagirone qui a Nuova Ponte di Nona. Sapevano che prendendo questa struttura avrebbero acceso i fari anche mediatici sul problema dell'abitare". Già, il problema dell'abitare. Qui nessuno lo nega, anzi. Tutti lo vivono e nessuno, o quasi, vuole lo sgombero forzoso. Chiedono  "l'intervento delle istituzioni per capire chi c'è lì dentro, per controllare quanti hanno effettivamente bisogno di una risposta all'emergenza abitativa e quanti invece, come professionisti dell'occupazione, si pongono l'obiettivo di ottenere l'assegnazione di un appartamento sfruttando la legge del 2007".

Esiste poi un problema di accerchiamento. "Via Cerruti era una strada tranquilla", raccontano i residenti. "Si viveva con le finestre aperte e nessuno aveva  paura. Da tre mesi invece sembra diventata un bunker. La palazzina occupata è stata fortificata, recintata, blindata. Ai balconi si vede gente con i sassi, pronta a chissà cosa. Tutto questo non costruisce sicuramente un clima di serenità
e apertura che spinge al dialogo".

E non è un caso che non ci sia dialogo tra occupanti e residenti. I primi pensavano di arrivare e trovare terreno fertile per le loro lotte. Non hanno però fatto i conti con chi da anni in questi quartieri lotta sì, ma in altro modo. "Ci battiamo per avere servizi, mezzi di trasporto, scuole, aree verdi. Siamo riuniti in comitati, facciamo incontri e nel nostro piccolo abbiamo portato a casa le nostre vittorie. Il tutto con l'incubo di non arrivare alla fine del  mese perché il lavoro è precario anche per noi, la crisi c'è anche per noi e l'incubo di finire in mezzo ad una strada c'è anche per noi".

Ecco perché, paradossalmente, la manifestazione di Action "che vuole rispondere alle  provocazioni", viene vissuta come un'ulteriore provocazione "perché, dopo questi tre mesi vissuti come sapete, vengono a parlare oggi di come migliorare un quartiere che noi da anni proviamo a rendere più vivibile lottando giorno dopo giorno con sulle spalle il sacrificio di un mutuo".

C'è poi chi, preso dalla rabbia, non può far a meno di raccontare il danno economico subito. "Quest'occupazione svaluta le nostre case. Se ho comprato a  200.000, oggi rivenderei ad almeno 50.000 euro in meno. E' come se mi avessero rubato la macchina ed ora chi l'ha fatto viene da me a chiedere di dialogare, di parlare. Francamente non ci sto".

Una rabbia e una tensione, quella di Nuova Ponte di Nona, che non nasce tre mesi fa, ma cova da agosto 2012. Tre infatti i tentativi di occupazioni susseguitisi nella zona di Colle degli Abeti, dove ad essere 'invase' furono abitazioni del Piano di zona Castelverde B4 non ancora abitabili (per vizi procedurali) ma già in mano a dei cittadini che da mesi versavano le rate del mutuo. Lì le radici di una convivenza impossibile in un quartiere che rischia di trasformarsi nella trincea di un pericolosa guerra tra poveri.

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