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Cronaca

Omicidio Diabolik: così è stato trovato il presunto killer di Fabrizio Piscitelli

Raul Esteban Calderon sarebbe il runner che ha freddato il capo ultra al parco degli Acquedotti. L'accusa è di omicidio aggravato dal metodo mafioso

Si chiama Raul Esteban Calderon, ha 52 anni ed è di nazionalità argentina. È lui, secondo la Procura di Roma, l’assassino di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik della curva nord, freddato al parco degli Acquedotti il 7 agosto del 2019. ‘Francisco’ (così è conosciuto negli ambienti malavitosi) sarebbe il runner che ha avvicinato il capo ultras biancoceleste, colpendolo alle spalle per poi fuggire. Mani esperte quelle dell’argentino, con precedenti per rapine e, secondo la Procura, assoldato per l’omicidio che più di tutti negli ultimi anni ha segnato una svolta nella Roma criminale. 

La Procura ritiene Calderon gravemente indiziato anche per un altro omicidio, quello di ‘Simone’ Shehaj Selavdi ucciso sulla spiaggia di Torvaianica il 20 settembre 2020 davanti a decine di bagnanti. 

Il movente dell’omicidio Diabolik 

Secondo quanto accertato il movente dietro l’omicidio sarebbe quello della guerra per la gestione dello spaccio a Roma tra i vari gruppi criminali attivi nella Capitale. Gruppi fiaccati da una serie di indagini ed arresti, all’interno dei quali tanto Diabolik quanto chi ne ha ordinato la sua morte stava provando a mettere ordine, scalandoli. Attività interrotta dall'agguato del parco degli Acquedotti. 

Cosa ha incastrato Raul Esteban Calderon

Ad incastrare Raul Esteban Calderon ci sarebbero una serie di intercettazioni, nelle quali verrebbe fatto il suo nome in merito ai fatti del parco degli Acquedotti. 

Qui, nell’immediatezza dell’omicidio, la scientifica e la mobile hanno raccolto elementi centrali per collocare Calderon in via Lemonia. In particolare fondamentale per arrivare alla sua identificazione le immagini di una telecamera privata. Nel filmato è ripresa l'intera azione: il killer, vestito da runner che si avvicina a Piscitelli e dopo avere sparato a bruciapelo con una calibro 9, scappa via. Un agguato rapido la cui dinamica è apparsa subito studiata da tempo.

"Dall'analisi tecnica del filmato dell'omicidio eseguita prima dalla polizia Scientifica e successivamente dal consulente tecnico incaricato dalla procura - spiega una nota diffusa dalla Procura capitolina - è emersa una chiara compatibilità tra il killer visibile nel filmato e il soggetto gravemente indiziato".

Secondo quanto emerso infatti le immagini avrebbero ripreso Calderon correre. Lo stesso indagato, braccato dagli uomini della mobile, sarebbe stato filmato durante la sua normale attività ginnica. Sarebbe stata quindi confrontata la sua corsa con quella del runner ed accertata quindi la compatibilità.

Le intercettazioni e le testimonianze poi hanno fatto il resto. Nei confronti di Calderon il gip ha convalidato ieri il fermo emettendo una misura cautelare in carcere a Rebibbia. L’arresto è però stato eseguito lo scorso 13 dicembre. 

Chi è Raul Esteban Calderon

Classe 1969, Calderon è un argentino trapiantato stabilmente a Roma dalla fine degli anni ’90. A suo carico ci sono precedenti per furti e per rapine. In particolare nel 2016 fu arrestato ad Ardea, dopo alcuni giorni di fuga, per una rapina tentata a Grosseto. Arrestati sul posto i suoi due complici, lui era riuscito a fuggire. Le indagini dei carabinieri però portarono sulle sue tracce e finì agli arresti. Nel 2008 fu arrestato, e poi scarcerato, perché accusato di far parte di un commando con ex della Magliana che aveva assaltato le banche nella Capitale. Non si tratta, secondo quanto si apprende, di un esponente di spicco della criminalità.

I punti irrisolti del caso

Chi ha armato Raul Esteban Calderon? È questa la domanda a cui le indagini della Dda dovranno dare risposta. Le indagini dovranno chiarire chi ha chiesto di fare fuori un pezzo di primo piano della criminalità romana. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti infatti Piscitelli era a capo di un gruppo criminale, dedito anche al narcotraffico, che aveva puntato ad essere egemone in tutte le piazze di spaccio di Roma. Non una semplice "batteria" ma una organizzazione criminale strutturata su vari livelli. Nel novembre del 2019 il gip ha emesso 51 misure cautelari nell'operazione ribattezzata Grande raccordo criminale

Pezzi di malavita legata all'ambiente ultras della Lazio, pezzi di frange politiche di estrema destra e 'manovali della violenza', ex pugili tra cui anche albanesi, uniti dal comune denominatore dello spaccio e del 'recupero crediti'. A coordinare e tessere le fila del sodalizio c'era Diabolik che aveva in Fabrizio Fabietti, 42 anni, il suo braccio destro e "broker" del narcotraffico per l'approvvigionamento di droga. 
 

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