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Cronaca San Cesareo / Via Maremmana

Roma sud: tre colpi in successione, rapinatori violenti sparano contro vigilante in sala slot

La banda è accusata anche di tentato omicidio. La mattinata criminale lo scorso 11 settembre in un bar sulla Casilina ed a San Cesareo

Tre rapine in rapida successione con l'uso delle armi. Una banda di violenti che non si fece scrupolo sparando contro le gambe di un addetto alla sicurezza che aveva provato a mettergli i bastoni fra le ruote. Tre i colpi a loro addebbitati, con una mattinata criminale che prese vita lo scorso 11 di settembre.

A dare un nome ed un volto ai rapinatori violenti di Roma Sud i Carabinieri della Compagnia di Palestrina che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Tivoli, dottor Mario Parisi, nei confronti di 3 persone (C.A., P.A. e S.M.) per tentata rapina, rapina, tentato omicidio, detenzione e porto di arma.

Grazie all’impegno dei Carabinieri della Compagnia di Palestrina e alla determinazione e professionalità della Procura tiburrtina coordinatrice delle indagini, è stato possibile individuare gli autori della rapina.

Rapine a Roma sud l'11 settembre 2019

I fatti in esame risalgono allo scorso 11 settembre, quando nelle prime ore della mattinata, in stretta successione, si verificavano tre episodi di rapina a mano armata nei confronti di tre distinti esercizi commerciali, il bar Romano in via Casilina a Roma, il bar Area 51 in via Proust a San Cesareo (Comune della provincia sud di Roma) e la Sala Slot Belvedere in via Maremmana a San Cesareo. 

La ricostruzione degli eventi a seguito della minuziosa e tempestiva attività d’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Palestrina, sotto la direzione del P.M. di turno della Procura di Tivoli, ha consentito di documentare nel dettaglio quanto accaduto.

Rapinatori violenti a Roma sud

Rapina al bar Romano di via Casilina 

La prima tentata rapina veniva realizzata presso il bar “Romano” in via Casilina a Roma. Nonostante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio da parte di uno dei rapinatori, a causa della resistenza opposta da un impiegato e della difficoltà di accesso alla cassa, l’azione delittuosa veniva interrotta.

Rapina al Bar Area 51 

Poco dopo i tre indagati consumavano una rapina lungo la via Casilina, presso il bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo dove, riscontrata l’assenza di denaro all’interno della cassa, uno di loro, previa minaccia della pistola si faceva consegnare il denaro prelevato dal portafogli personale di un impiegato.

VIDEO | Spari contro l'addetto alla sicurezza 

Rapina alla sala slot Belvedere 

In seguito i tre si recavano presso la poco distante Sala Slot “Belvedere”, in via Maremmana a San Cesareo (RM) ove, come documentato anche dall’impianto di videosorveglianza, uno di loro, con il volto travisato da una sciarpa e con la pistola in pugno, si introduceva all’interno dell’esercizio commerciale minacciando il cassiere per farsi consegnare il denaro contenuto nella cassa. 

Spari contro l'addetto alla sicurezza 

Un impiegato addetto alla sicurezza, nel tentativo di sventare la rapina in corso, colpiva con uno sgabello il rapinatore che esplodeva due colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo attingendolo all’inguine. Il rapinatore, impossessatosi di 2500 euro, usciva dal locale dove ad attenderlo, a bordo di un’autovettura, vi erano i suoi due complici unitamente ai quali si dava alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

Pistole utilizzate per le rapine 

Nel corso dell’operazione, durante una perquisizione domiciliare, i Carabinieri hanno rinvenuto presso l’abitazione di uno degli arrestati (S.M.) una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, compatibile per calibro e tipologia con l’arma utilizzata nelle azioni delittuose.  

Smantellata banda di rapinatori 

Il Gip del Tribunale di Tivoli, che ha provveduto sulla richiesta della Procura con grandissima celerità, sottolinea che “il quadro indiziario a carico degli indagati è solidissimo  …articolato sulla scorta di un bagaglio investigativo che ha rapidamente assunto tratti di indiscutibile e stringente attitudine probatoria e incriminante”.

Aggiunge il gip “la pervicace spregiudicatezza operativa… la disponibilità di armi e l’inclinazione a farne disinvolto impiego contro le persone, l’abitudine all’assunzione di alcool e di droghe… strutturano un contesto in cui campeggia e spicca l’accentuata pericolosità degli indagati. Costoro sono ben disposti all’aggressione e all’uso di armi pur di soddisfare il loro contingente bisogno economico…

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