Sceglievano le vittime, le pedinavano e al momento giusto le rapinavano
In manette due giovani romani di 30 e 34 anni che si fingevano clienti di noti locali frequentati da facoltosi e vip e lì sceglievano le loro vittime
L'ennesima rapina eseguita a Prati li ha incastrati: sono due giovani romani di 30 e 34 anni ad essere finiti in manette, bloccati dagli investigatori del Commissariato Trevi, diretto dal dr. Lorenzo Suraci.
LE INDAGINI - Le indagini sono cominciate lo scorso 27 gennaio, dopo la rapina in danno di una coppia ad opera di due persone a bordo di una piccola utilitaria.
L’uomo, un 44enne, ha denunciato i fatti, precisando che uno dei due rapinatori si era avvicinato per poi “strappargli” il costoso orologio del valore di circa 10.000 euro, oltre a denaro contante, le chiavi del fuoristrada e la borsa della donna.
Ad orientare gli investigatori verso il primo dei due complici, gli agenti della Polizia Scientifica che nella circostanza, infatti, sono riusciti a rilevare un impronta lasciata inavvertitamente da uno dei rapinatori sullo sportello.
Individuata l’identità di O.M., 34 anni, romano con precedenti per droga, gli agenti hanno monitorato i suoi spostamenti.
IL MODUS OPERANDI - La tecnica utilizzata prevedeva di studiare la clientela all’interno dei locali per individuare la vittima, seguirla e poi agire al momento opportuno. Pedinato mentre a bordo di un’utilitaria, dalla sua abitazione di Castelnuovo di Porto si è diretto verso un noto bar dell’Eur, gli agenti lo hanno visto l’altro giorno incontrarsi con un altro giovane, poi identificato per T.M., 30 anni, romano, anche lui conosciuto per i suoi trascorsi. I due, a bordo dell’auto di O.M., si sono mossi alla volta del quartiere Prati, dove, una volta giunti, sono entrati in un noto bar di via Monte Zebio e, confondendosi tra i clienti hanno “passato in rassegna” gli avventori prima di scegliere la loro vittima.
L'ARRESTO - Non sapendo di essere seguiti dagli agenti del Commissariato Trevi, diretto dal dr. Lorenzo Suraci, i due hanno atteso in macchina qualche minuto e poi hanno seguito un cliente uscito dal locale a bordo di una vettura di grossa cilindrata.
Il colpo è così scattato secondo i piani. Fuori programma per i due complici invece, la presenza degli agenti con i quali è nato un inseguimento che si è concluso nei pressi del casello autostradale di Castelnuovo di Porto.
Una volta fermati, i poliziotti hanno chiuso il cerchio investigativo trovando all’interno dell’auto un cappellino di lana uguale a quello descritto da una delle vittime in sede di denuncia.
LA REFURTIVA - Le successive perquisizioni presso le abitazioni dei due hanno consentito di rinvenire tre orologi marca “Rolex”, una pistola a tamburo caricata a salve senza tappo rosso, usata per minacciare le vittime, e varie chiavi di auto e motorini, tra le quali quella della Range Rover sulla quale erano state trovate le impronte. Terminate le indagini per i due è scattato il fermo di indiziati di delitto per rapina.