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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via di San Vitale

Rapine Rolex: manager dell'As Roma ringrazia il Questore

Era stato rapinato del proprio orologio lo scorso 2 dicembre con la famosa "tecnica dello specchietto". La lettera di gratitudine di Guido Fienga al Questore Fulvio della Rocca

Un'avventura a lieto fine quella di Guido Fienga, una delle quattro persone rapinate del proprio Rolex lo scorso 2 dicembre a Roma. L'imprenditore/manager che collabora con l'As Roma era caduto nella trappola di tre napoletani che, con l'ormai celebre "tecnica dello specchietto", erano specializzati nel furto di orologi di valore. Adesso, con una lettera, Fienga ringrazia il Questore Fulvio della Rocca e gli agenti della Squadra Mobile che nell'arco di un'ora e mezza erano riusciti a fermare i tre e a riconsegnare ai proprietari la refurtiva.  

LA TECNICA DELLO SPECCHIETTO - "Mi chiamo Guido Fienga e sono una delle quattro persone rapinate del proprio orologio con la nota (ora anche a me) tecnica dello specchietto" scrive Fienga al Questore. "Le scrivo per esprimere la mia gratitudine verso i funzionari della Squadra mobile che hanno risolto prontamente il caso e mi hanno assistito. I suoi collaboratori sono stati semplicemente fenomenali. Non ho mai visto una manifestazione di professionalità, efficienza e prontezza come quella mostrata neanche a Londra, dove vivo spesso, e dove la polizia locale è certamente ben preparata".

IL CASO RISOLTO IN UN'ORA E MEZZA - Nella lettera, Fienga sottolinea la celerità dell'intervento della polizia. "Dalle 9:10, ora della rapina e della mia denuncia telefonica al 112, sono stato contattato 2 volte a stretto giro dalla questura che mi hanno chiesto dettagli sui rapinatori e sul mio orologio finché alle 10:40 il vicecapo della Squadra mobile mi ha annunciato l'arresto dei rapinatori e il recupero della refurtiva (peraltro in un'altra zona di Roma). In un'ora e mezza hanno risolto il caso".

LA VITTIMA - "Ho 43 anni e da circa 10 faccio l'imprenditore e manager tra l'Italia e l'estero, principalmente a Londra e a New York, stimolando investitori stranieri a credere ed investire in progetti italiani - si legge ancora nella lettera -. Non le nascondo che, specie negli ultimi anni, nonostante credo di avere ottenuto discreti successi, le frustrazioni nel constatare il gap tra le potenzialità e la realtà del nostro Paese sono state tante. Nonostante potrei vivere più semplicemente e proficuamente trasferendo la mia famiglia ed i miei interessi all’estero, credo che oggi la mia generazione abbia perlomeno il dovere di provare a far ripartire questo Paese senza abbandonarsi ad una semplice e comoda rassegnazione. Quanto ho vissuto il 2 dicembre mi da una grande energia e conferma tutto quanto penso. Per un italiano che vive all’estero - conclude Fienga - le assicuro che uno degli aspetti più fastidiosi sofferti è ascoltare le continue commiserazioni che ci autoinfliggiamo parlando solo negativamente di noi stessi e del nostro Paese, guadagnandoci lo scherno, o peggio la compassione, dei colleghi stranieri".

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