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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Rapine alle poste: bandito in fuga con poche centinaia di euro. Il racconto dello sceneggiatore di Suburra

L'intervento della polizia in via Alessandria

Con una pistola in tasca ed una mascherina multicolore sul volto. Così un rapinatore si è presentato agli sportelli delle poste di via Alessandria. Poi le minacce ai dipendenti e la rapina. E' accaduto nel primo pomeriggio di venerdì negli uffici postali del Nomentano.

Minacciati i presenti, senza mai puntargli contro l'arma, il bandito si è fatto consegnare poche centinaia di euro ed è poi fuggito a piedi. A parte la paura nessuno è rimasto ferito. Richiesto l'intervento al 112 sul posto sono intervenute le volanti della polizia. 

Ufficio postale del Nomentano dove già in passato erano avvenute delle rapine o tentate rapine, come nel marzo del 2021 quando un bandito si mise in fila ed attese il proprio turno scappando però a mani vuote.

Episodio simile anche nel febbraio del 2016, sempre negli uffici adiacenti al mercato Nomentano ed anche in quel caso i malviventi scapparono senza bottino. Stamattina un'altra rapina, per poche centinaia di euro. 

Tra i presenti alla rapina, anche Nicola Guaglianone scenaggiatore di 'Lo chiamavano Jeeg Robot' e 'Suburra - La serie': "Ho scritto tante rapine nel corso degli anni e oggi mi ci sono trovato in mezzo. Ufficio postale di Roma, ora di pranzo, persone annoiate in fila, gli occhi bassi sugli schermi dei telefoni. Ero lì per spedire un pacco quando ti vedo un tipo, dinoccolato, alto, con uno zuccotto blu calato sugli occhi, la mascherina arcobaleno, la pistola nella tasca dei pantaloni della tuta che si svuota tutti i cassetti seguito dal direttore in stato di agitazione".

"Parlava come Biascica: “‘ndo stanno i sordi, ‘ndo li avete messi i sordi…”, perché in tutto avrà trovato cento o duecento euro lì dentro. E se n’è andato con il magro bottino come Cesare in "Amore tossico“ quando si ritrovò tra le mani solo ventimila lire. E un po’ mi ha fatto tenerezza. “Nun conviene più fa’ le rapine agli uffici postali, mortacci vostra!” l’ho sentito lamentarsi prima di lasciarci lì, soli, con la cassiera svenuta sul pavimento e altri poveracci che ancora non avevano capito bene cosa fosse successo. Poco dopo è arrivata la polizia, voleva sapere se era alto, basso, magro e che pistola avesse. Dico una 765, forse una vecchia Parabellum. Il poliziotto mi guarda con sospetto e pure qualcuno ancora imbambolato in quella inutile fila mi guarda storto. Specifico che faccio lo sceneggiatore e che ho scritto la prima stagione di Suburra e che mi ero guardato un po’ di modelli di armi. Il direttore sgrana gli occhi: “Suburra! Ma che davvero? Vie’ qua”. Ed è finita così come finisce qualsiasi storia inutile. Con un selfie".

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