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Cronaca

Fa picchiare e rapinare una prostituta, lei lo fa arrestare. Lui dal carcere assolda la fidanzata per farla ritrattare

L'uomo è accusato di avere aggredito una giovane prostituta che si rifiutava di pagare "il pizzo", e di avere poi cercato, dal carcere, di farle ritrattare quanto denunciato

Estorsione, rapina, lesioni personali e intralcio alla giustizia. Sono i reati contestati a un 35enne originario della Romania, accusato di avere incaricato un complice di picchiare una giovane prostituta che aveva “occupato” la zona che riteneva di sua competenza senza pagare pegno e di avere poi chiesto alla fidanzata, dal carcere, di minacciare la vittima affinché ritrattasse quanto riferito alle forze dell’ordine.

Il pubblico ministero Margherita Pinto ha notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari al 35enne, detenuto in carcere a Viterbo proprio per l’aggressione e la rapina alla giovane donna. Ancora latitante il complice che avrebbe agito su suo ordine, accusato degli stessi reati, e all’appello manca anche la compagna, che deve rispondere di intralcio alla giustizia.

I fatti risalgono al periodo che va da agosto a novembre 2011, quando la vittima, secondo la procura, sarebbe stata presa di mira dal 35enne e dal complice, picchiata e derubata di una collanina d’oro e di una piccola somma di denaro - 150 euro - che aveva con sé. La donna era andata in ospedale per una visita, ed era stata dimessa con 5 giorni di prognosi. Le indagini erano partite immediatamente, e la testimonianza della vittima aveva messo gli inquirenti sulle tracce del 35enne, che per la procura sarebbe il mandante.

L’uomo era stato arrestato e trasferito nel carcere di Viterbo, da dove qualche mese dopo si era messo in contatto con la fidanzata chiedendole di avvicinare la vittima e convincerla - per l’accusa, prima con la promessa di soldi, poi con le minacce - a ritrattare quanto detto: telefonate registrate, che hanno aggravato la posizione del 35enne.

“Siamo ancora in una fase preliminare, si è chiusa da poco la fase delle indagini preliminari - ha detto l’avvocato Emanuele Fierimonte, difensore del 35enne - siamo in attesa del dibattimento che farà emergere la verità processuale, solo a quel punto si potrà parlare di fondatezza delle accuse mosse al mio assistito. Allo stato attuale stiamo lavorando per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati”.

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