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Cronaca

Racket bancarelle, le intercettazioni: "Finché c'è quel funzionario del Comune la categoria non trema"

Un traffico di permessi, gestito da un'associazione a delinquere, contestata da chi indaga, tenuto in piedi grazie all'aiuto di due funzionari comunali

Un sistema di corruzione consolidato che andava avanti almeno dal 2006 nella gestione dei posti per venditori ambulanti a Roma. E' quanto hanno scoperto inquirenti e militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal personale della Polizia Locale di Roma Capitale nell'ambito dell'operazione Monsone.

Diciotto le persone arrestate. A gestire l'organizzazione erano rappresentanti sindacali tra cui i due membri della famiglia Tredicine, i fratelli Dino e Mario (il primo in carcere il secondo ai domiciliari) con la complicità di due ex funzionari pubblici A.B., all'epoca dei fatti capo dell'ufficio Discipline e rotazioni, e F. M., dipendente dello stesso ufficio.

Il primo "asserviva costantemente le funzioni del proprio ufficio agli interessi economici dei fratelli Tredicine, Dino e Mario", scrive il gip Francesco Patrone nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti. Ed è proprio da alcune intercettazioni che lo scenario appare più torbido.

"Finché c'è lui la categoria non trema"

"Finché c'è A.B. la categoria non trema", dicono alcuni imprenditori intercettati coinvolti nell'inchiesta. Il riferimento è all'ex responsabile dell'ufficio Disciplina e Rotazioni del Comune di Roma. A.B., come dimostrano le indagini, era in costante contatto con i Tredicine. Il funzionario, a cui spettava il compito di assegnare le postazioni degli ambulanti, arrivava, secondo quanto accertato da Guardia di Finanza e Polizia di Roma Capitale, a "preparare ricorsi per i Tredicine ai quali era il suo stesso ufficio a dover rispondere".

Nell'ordinanza, il gip Francesco Patrone, scrive che il funzionario "quasi quotidianamente contattava direttamente alcuni commercianti ambulanti per informarli del compimento di atti del Dipartimento, e con la stessa frequenza veniva a propria volta contattato per l'effettuazione di consulenze o pareri che lo stesso B. si presta a predisporre anche in contrasto con posizioni espresse dall'amministrazione comunale ovvero degli stessi atti amministrativi del proprio Dipartimento".

Il funzionario intercettato: "Così la pratica è clamorosamente sistemata"

Il pm sottolinea che A.B., in una occasione "prima di lasciare l'ufficio apre il cassetto alla sinistra della sua scrivania, prende il portafogli e lo posa sulla scrivania davanti a lui, vicino al cellulare. Lo stesso cassetto rimane aperto prende un oggetto (verosimilmente un insieme di banconote) e rimanendo con le mani parzialmente nel cassetto muove l’oggetto tra le sue dita (dalle movenze sembrerebbe contare banconote). Con la mano sinistra prende il portafoglio posato sul tavolo poco prima, lo apre a libretto e con la mano destra inserisce al suo interno ripiegandolo tra le dita, ciò che aveva maneggiato repentinamente all’interno del cassetto pochi attimi prima e afferma: '…e la pratica è clamorosamente sistemata'".

"A fronte della ricezione di una busta contenente denaro da parte di un imprenditore – si legge nelle carte firmate dal Gip - pertanto A.B. promette di interessarsi per soddisfare le aspettative del commerciante volte ad accaparrarsi una postazione obbligata logisticamente in maniera piu’ consona allo sviluppo dei propri commerci e comunque più redditizia, postazione attualmente occupata da commercianti abusi".

"E' tornata la vecchia politica"

C'è anche un'altra intercettazione che il Giudice ritiene significativa. Due sindacalisti arrestati nell'operazione contro un presunto giro di corruzione nel commercio ambulante a Roma parlavano così: "Io so come se tratta il politico, è ritornata la vecchia politica".

"Cioè non è che io sono indispensabile per 'sto tipo de trattative - afferma V.B., finito in carcere, parlando con M.D.V, ora ai domiciliari, in un dialogo intercettato dalla Guardia di finanza - ma dato che sta gente la conosco da 35 anni, dall'81, penso magari de avè un po' più de malizia vostra e so come se tratta er politico... guarda parliamoci chiari, qui è ritornata la vecchia politica ehheh". E l'altro sindacalista replica: "Ohhh, ho capito pure io, ho capito". Un riferimento, secondo chi indaga, alla possibilità di influenzare ancora la gestione delle bancarelle. 

Il ringraziamento della sindaca Raggi

Dopo gli arresti immediato il commento del presidente della Commissione Commercio di Roma Capitale Andrea Coia: "Il Regolamento del Commercio su Area Pubblica che abbiamo approvato in Assemblea Capitolina nel 2017 e poi migliorato nel 2018 è nato non solo per rimettere ordine nel settore ma anche per prevenire fenomeni corruttivi di questo tipo che con la nostra amministrazione non sono più assolutamente tollerati. Le minacce - anche di morte - che ho ricevuto in questi anni non sono un segreto. Sono stato aggredito fisicamente e verbalmente più volte. Non mi sono mai fermato. Ho sempre denunciato quanto accaduto e sono andato avanti nel mio lavoro perché credo fortemente in quello che faccio. Credo nella legalità, credo che anche un sistema corrotto da oltre 15 anni possa essere smantellato".

Contenta anche la sindaca di Roma Virginia Raggi: "Noi andiamo avanti con il riordino delle bancarelle, in nome di legalità e sicurezza", ha commentato su Twitter.

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