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Cronaca

Gli ambientalisti bloccano (ancora) il raccordo e si incatenano in strada. La rabbia degli automobilisti

Nuova azione dimostrativa degli attivisti di Ultima Generazione. Sul posto la polizia stradale

Si sono incatenati in strada e poi si sono messi seduti bloccando il grande raccordo anulare di Roma. Ancora. Nuova azione dimostrativa degli ambientalisti di Ultima Generazione, che dopo i numerosi blitz messi in atto dallo scorso mese di ottobre, in occasione del G20 che si tenne a Roma, sono tornati a protestare, ancora una volta - come già successo pochi giorni fa - sdraiandosi e bloccando la circolazione, in pieno orario di punta. 

La protesta all'altezza del chilometro 61 e 100 della corsia esterna del GRA. In pochi minuti il traffico - già di per se importante - è andato in tilt scatenando la protesta e la rabbia di molti automobilisti rimasti bloccati dai ragazzi e le ragazze di Ultima Generazione. "Andate a lavorare", le urla degli automobilisti che chiedono: "Andate a Montecitorio a protestare. Non qui. Noi lavoriamo. A voi l'affitto ve lo paga papà".

Qualcuno, in scooter, è riuscito a passare. Altri, invece, sono stati bloccati dalla polizia stradale che dalle otto del mattino ha sorvegliato l'area. "Se non ve togliete ve metto sotto", il grido comune con alcuni automobilisti che, così come lo scorso 16 giugno, sono arrivati quasi a schiacciare con le loro vetture gli attivisti. A far tornare la situazione alla normalità, intorno alle 8:50, ci hanno poi pensato gli agenti della stradale che, dopo averli invitati a liberare la sede stradale, li hanno letteralmente presi e spostati in un luogo sicuro.  

"Ci scusiamo con i cittadini della Capitale per i disagi che arrecheremo nelle prossime settimane. Sappiamo quanto sia necessario andare al lavoro per sfamare la propria famiglia. Siamo tutti figli e alcuni di noi sono anche genitori. È proprio per i figli che lo facciamo, i vostri e i nostri. - dicono gli attivisti di Ultima Generazione - Abbiamo due richieste molto semplici e dirette, se scrostate dall’ipocrisia nell’agire del nostro governo: interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale e procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW nell’anno corrente e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell'industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili".

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