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Cronaca

A ognuno il suo Pup: tra cantieri aperti e parcheggi cancellati

Alcuni sono realtà, altri cantieri aperti, altri sono stati fermati in corso d'opera. Lo stato dell'arte dei parcheggi interrati

I romani sono tanti, le auto ancora di più. Per qualcuno ‘nasconderle’ è l’unica soluzione alla “sosta selvaggia”, per qualcun altro è la solita ‘manna dal cielo’ per i costruttori. I parcheggi interrati del Pup (Piano Urbano Parcheggi) di Roma Capitale da sempre accendono polemiche. Box sotterranei costruiti da ditte private, previa concessione comunale del suolo pubblico, e venduti ai residenti che si assicurano così il posto auto, prezzo permettendo. A beneficiarne dovrebbero essere il traffico cittadino e il decoro delle aree urbane. Il primo liberato dai ‘pirati’ della sosta, il secondo ripristinato con gli oneri concessori della ditta operante.

Tutto inizia circa venti anni fa con la legge Tognoli che vuole far fronte, a livello nazionale, all’emergenza traffico delle grandi aree urbane. Anche per Roma si pensa ai parcheggi interrati.  Nel 2006, l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, attribuisce al sindaco Veltroni i poteri straordinari di Commissario per l'attuazione del parcheggi. Ed ecco i box sottorranei comparire in ogni dove, con annesse guerre aperte tra i porta bandiera della svolta ‘Pup’ e i lungimiranti del pericolo speculazione e degrado. In realtà l’amministrazione capitolina sposa i Pup fin dal 1993, ben prima quindi della giunta Veltroni, con il sindaco Rutelli, e il sindaco Alemanno accoglie la tradizione facendo suo il progetto. Un bilancio a quasi vent’anni di distanza? Tanti parcheggi programmati sono diventati realtà, ma altrettanti sono cantieri aperti o mappe rimaste sulla carta.

Un affare quello dei Pup che vale 267 strutture sparse sul territorio, più 15 nuove decise da Alemanno lo scorso luglio con un’ordinanza ad hoc. Secondo alcuni dati forniti dal comitato NoPup e ricavati dai testi delle ordinanze comunali il 70% dei box si colloca in 8 municipi, tutti nell’area centro est della città.

II MUNICIPIO - Primo in classifica il II municipio con il 22% dei parcheggi, 41 avviati più 3 in previsione, tra cui troviamo alcuni dei casi più dibattuti. Parco Nemorense ad esempio, la storica area verde dove è prevista la costruzione di un parcheggio interrato di 26mila metri cubi, 184 posti auto, 21 per i motocicli e dove i residenti stanno alzando barricate per scongiurare l’abbattimento degli alberi. O il Pup di via Panama, sempre in zona Parioli, dove in seguito a una sentenza della Cassazione il cantiere è stato sequestrato causa difetti nella struttura e nei meccanismi di vendita.

IX MUNICIPIO - Secondo nella classifica dei territori a più alta densità di Pup abbiamo il IX municipio con l'8,5% e 16 parcheggi realizzati (più 13 previsti). Qui da citare il caso di via Albalonga, parcheggio annullato da un’ordinanza dello scorso luglio emanata dal sindaco Alemanno. Da un lato le proteste dei residenti, dall’altro problemi della ditta e il conseguente abbandono del cantiere hanno convinto l'Amministrazione a mollare la presa.

IV MUNICIPIO -  Terzo sul podio il IV municipio con l'8% e 15 parcheggi realizzati (più 14 previsti) che, tra i casi controversi, ha il Pup di via Val D'Ala, inconcepibile per i residenti perché realizzato a pochi metri da un altro parcheggio, e Largo Valtournanche, per il progetto di una rampa d’accesso su via Travaglia. Insomma, anche qui la giunta municipale chiede l’annullamento delle opere ed è in attesa di un incontro con il delegato ai parcheggi di Roma Capitale.

XI MUNICIPIO - E non importa dominare la classifica. Anche i municipi tagliati fuori (perché sotto il 6,5 % di Pup) possono vantare casi di vere e proprie guerre intestine. Come quella di Viale Leonardo da Vinci nell'XI municipio: 77 box e una controversia che va avanti dal 2004. Tre gli ordini di problemi: traffico (riduzione dello scorrimento su una sola carreggiata), alberi abbattuti, e dubbi sulla stabilità del terreno. Per il prossimo 6 ottobre è prevista una manifestazione dei No Pup.

XV MUNICIPIO - O quella di via Fermi, XV municipio, dove i lavori per il Pup sono partiti nel luglio 2011, e, solo qualche mese fa, un cittadino era legato un platano per impedirne l’abbattimento. Anche qui l’atmosfera è incandescente da tempo. Parte dei residenti di Marconi è infatti convinta che l’opera sia fondamentalmente “inutile e dannosa per un quartiere che non ha spazi verdi”, come più volte dichiarato. Il comitato No Pup ha presentato una delibera di inziativa popolare con la raccolta di oltre 6000 firme e al momento è in attesa di vederla calendarizzata nell’agenda politica.

X MUNICIPIO - Per finire ricordiamo anche Viale Giulio Agricola, al Tuscolano. I lavori per il pup, previsto nel cuore del X Municipio, ad oggi sono fermi, anche se non risultano atti che mettano, una volta per tutte, la parola fine al cantiere. Una serrata battaglia dei residenti che ha conquistato lo stop dei lavori ma non il ripristino dei luoghi che, a quanto pare, spetterebbe al Dipartimento comunale competente.

I COMITATI - Emergono chiaramente dai singoli casi citati le motivazioni di chi, piuttosto che assistere al sorgere di un Pup accanto a casa, si farebbe travolgere dalle ruspe. Ma accanto a chi denuncia l’abbattimento del verde, il permanere della ‘sosta selvaggia’ e il costo proibitivo dei posti auto c’è chi i pup li sostiene come unica soluzione al problema. I comitati contrari a ben vedere sono molti, e sono ovunque. Ma altri ve ne sono a favore, soprattutto sulla rete, che sostengono a gran voce l’importanza di trovare alternative “allo scempio di lamiere che devasta il patrimonio urbano”. In realtà su un punto le posizioni sembrano convergere: i pup della capitale, così come sono, hanno qualcosa che non va.

“Noi non siamo contro la loro realizzazione. Noi, cittadini residenti nelle zone in cui questi parcheggi devono sorgere o stanno sorgendo, poniamo solo legittime e precise condizioni non negoziabili. Non siamo contro i parcheggi interrati a Roma, siamo contro questi parcheggi interrati”. Così dichiarava esattamente un anno fa a Romatoday la presidente Annamaria Bianchi, coordinatrice dei comitati No Pup. E, in un’intervista speculare, Massiliamo Tonelli, responsabile del comitato Pro Pup , esprimeva l’insoddisfazione di fondo per il progetto attuale. “Una goccia nel mare” i pup che spuntano di qua e di là. “Quello che manca - spiegava - è una grande società pubblica che, integrandosi con i grandi pup privati, realizzi e costruisca grandi parcheggi scambiatori”. Ma, per i sostenitori dei Pup,  la soluzione non sarebbe arretrare ma piuttosto lottare per il miglioramento del progetto: “Devono semplicemente lasciar fare a Roma il percorso che è stato fatto in tutto il mondo”.

Sì, ma ci sono o non ci sono parcheggi interrati che funzionano? Lo abbiamo chiesto proprio a Tonelli, del comitato Pro Pup. "Rispondere è complicato perché ne sono stati fatti pochi, meno ancora quelli che mi soddisfano". Il motivo? "Anche se il parcheggio è ben fatto e funzionante, manca una cosa fondamentale: un'ottima sistemazione superficiale. E questo, si badi bene, non sempre per colpa del costruttore del pup, ma più spesso per colpa dei municipi, dei comitati, dei vigili urbani. Un pup che funziona è un pup che riqualifica davvero, a costo zero per l'amministrazione, la superficie sopra di lui dando spazio alla pedonalità, alla qualità degli arredi, al verde. Eliminando la sosta, soprattutto quella selvaggia". Detto questo esempi di parcheggi che funzionano "parzialmente bene", seppur con i limiti già detti, ce li fa comunque. Ne citiamo alcuni: Viale Bruno Buozzi, Piazza Santiago del Cile, Piazza Cavour, Piazza Ledro. Tutti nel II municipio tra i quartiere Parioli e Salario.  Ma sono "gocce nel mare", un punto di partenza con un traguardo che, se va bene, è appena all'orizzonte.


 

 

 

 

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