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Cronaca Garbatella / Piazzale dei Partigiani

Ostiense, addetti delle pulizie Atac in tendopoli contro i tagli: "Avanti a oltranza"

Dal 4 novembre gli hanno ridotto del 50% l'orario di lavoro e l'ultimo stipendio non l'hanno ricevuto: "Protesteremo fino a che non ci sarà la soluzione"

Dopo mesi di presidi e incontri istituzionali per protestare contro il taglio delle ore di lavoro e degli stipendi, i lavoratori delle ditte appaltatrici per i servizi di pulizia dell'Atac hanno deciso di alzare il livello della protesta. Mercoledì avevano addirittura occupato i binari della Roma-Lido. Per rendersi più visibili agli utenti che a migliaia ogni giorno utilizzano la metropolitana, hanno allestito una tendopoli a Piazzale Ostiense davanti alla fermata della metropolitana e al capolinea della tratta Roma-Lido.

“Non ce ne andremo fino a che non verrà trovata una soluzione” spiega Rosalba Carai segretario generale Fisascat Cisl, l'unico sindacato a non aver firmato l'accordo in questione. Anzi. “In queste ore il Comune di Roma e la sua 'controllata', l'Atac, stanno dimostrando di voler risolvere la vertenza ma se entro i primi giorni della prossima settimana non ci sarà una svolta risolutiva metteremo in campo azioni che ci rendano ancora più visibili” continua. In totale, i lavoratori che si danno il turno per coprire 24 ore su 24 il presidio, sono un centinaio. “Se le ore ce levate la monnezza ve magnate” si legge su uno striscione.

Al centro della mobilitazione la decisione delle ditte di pulizia (l'appalto è stato vinto da un'associazione temporanea d'impresa composta dai consorzi Lucentissima e G.S Global Service di cui fanno parte anche le cooperative Integra e Platform e la srl Fortuna 1) “di ridurre dal 4 novembre scorso l'orario di lavoro del 50% pretendendo che venissero garantite le pulizie previste da capitolato identiche a quelle per cui eravamo occupati: alcuni a 15 ore settimanali, altri a 20 ore, a 30, solo 23 lavoratori operavano full-time” si legge in un volantino che hanno diffuso a tutti gli utenti.

A peggiorare la loro condizione il fatto che “tutti e 500 i lavoratori non hanno ancora ricevuto lo stipendio di questo mese” racconta Rosalba Carai. “Alcuni di loro hanno figli piccoli. Ritardare lo stipendio significa non riuscire a nemmeno a comprare loro da mangiare” continua.

Nel mirino dei lavoratori anche la decisione iniziale dell'azienda di dichiarare oltre cento esuberi: “Hanno tentato prima di licenziare 150 unità lavorative, quindi hanno trasformato il tutto con contratti di solidarietà difensivi a carico del ministero del Lavoro. Scusate se è poco: il ministero deve sborsare sei milioni di euro in tre anni” continua il volantino.

A riguardo Fisascat Cisl è decisa ad andare fino in fondo. “Se non si ritireranno queste decisioni, la prossima settimana depositeremo una denuncia presso la Procura della Repubblica chiedendo che prenda visione degli atti della gara d'appalto” spiega Carai. “Questo è un uso improprio degli ammortizzatori sociali che in un momento di crisi come questo andrebbero utilizzati con parsimonia e solo per le aziende veramente in crisi. Dove sono finiti i soldi dell'appalto?”. Al contrario per il sindacato confederale quello delle aziende in questione è “solo un modo per alzare i guadagni”.

Nel volantino diffuso ai passanti, anche i particolari delle condizioni di lavoro. “Pretendono che si pulisca senza scope, che si raccolgano i vetri con le mani, che si puliscano i bagni senza guanti e si riciclino i sacchi dell’immondizia” si legge nel documento.

Questa mattina c'è stato un incontro con un gruppo di rappresentanti dei lavoratori e per la settimana prossima lavoratori e sindacato attendono di parlare con l'assessore alla Mobilità del Comune di Roma Guido Improta. La protesta è stata lanciata ad oltranza.

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