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Cronaca

Ares 118, lavoratori in agitazione contro il taglio degli stipendi: "Intervenga la Regione"

La denuncia parte dai delegati dell'Unione sindacale di base. Per protestare, niente sciopero ma "stop agli straordinari per coprire la mancanza di organico"

I lavoratori dell'Ares 118 hanno annunciato uno stato di agitazione. La protesta, avanzata dai lavoratori dell'Unione sindacale di base, “è nata dalla decisione della dirigenza dell'Ares, in accordo con la precedente giunta Polverini, e avallata da una trattativa con i sindacati confederali, di applicare l'ennesimo taglio al salario dei lavoratori del 118” spiega Rosita Di Gregorio delegata dell'Usb dell'azienda regionale che si occupa del soccorso d'emergenza ai cittadini.

A saltare dalle buste paga sarebbe la cosiddetta indennità di rischio e disagio, un contributo integrativo “di circa 100 euro al mese” riconosciuto ai dipendenti dell'Ares 118 per lo 'stress da lavoro' che subiscono quotidianamente. “Siamo noi i primi a occuparci delle emergenze incontrando ogni giorno incognite di ogni tipo: dal paziente che potrebbe avere malattie infettive a situazioni pericolose come persone aggressive o situazioni pericolose” spiega la lavoratrice. “I casi sono tanti, siamo noi a prestare il primo soccorso e a fare in modo che il paziente, anche le vittime degli incidenti più gravi, arrivi nelle condizioni migliori all'ospedale. Tutti, dall'infermiere al barelliere” spiega Di Gregorio.

“L'azienda, che ha aperto un tavolo con i sindacati, vorrebbe sostituire l'indennità di rischio con
un'indennità da terapia intensiva da riconoscere solo per gli infermieri escludendo tutte quelle categorie, come per esempio i barellieri, che però concorrono in modo determinante al primo soccorso” denuncia una lavoratrice.

Così i dipendenti dell'azienda regionale hanno deciso di far partire la protesta. Niente sciopero però, “significherebbe togliere un servizio essenziale ai cittadini”. Spiega Di Gregorio: “A questo reiterato taglio di salario gli operatori si sono opposti, dichiarando di non essere più disponibili a supplire ancora alle carenze organizzative e di risorse dell’ARES con la copertura dei turni in straordinario e/o con la ricerca di soluzioni di ‘accomodamento’ in caso di carenza/guasto dei presidi”

Per i lavoratori dell'Ares dell'Usb i tagli al servizio, pur annunciati su tutti gli aspetti, “hanno riguardato solamente gli stipendi dei lavoratori mentre hanno risparmiato consulenze e costose esternalizzazioni” commenta. Come se non bastasse, oltre alla prospettiva di veder tagliata l'indennità in questione, “da dicembre ci hanno tolto anche i buoni pasto”.

I lavoratori si sono rivolti anche al neo presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Circa un mese fa gli abbiamo inoltrato un dossier dove illustriamo la condizione del servizio e dei lavoratori. Aspettiamo una risposta perché siamo decisi a portare le nostre rivendicazioni anche presso la Regione Lazio”.

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