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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Caso Cucchi: l'accusa produce le prove di falsi e depistaggio. "Si è giocata partita truccata"

Il pm: "Carte acquisite dimostrano che si è giocata una partita truccata sulle spalle di una famiglia che mette in gioco la credibilità di un intero sistema"

Nuove accuse, carte manipolate e un nuovo teste come Vittorio Tomasone, all'epoca dei fatti comandante provinciale di Roma, ascoltato in Corte d'Assise. Il nuovo filone di inchiesta sui falsi e sui depistaggi legati alle condizioni di salute di Stefano Cucchi, il 32enne geometra arrestato la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 per droga e deceduto sei giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini, potrebbe scrivere un nuovo scenario.

L'accusa, infatti, ha depositato nuove carte con le "prove dei falsi e delle omissioni dell'allora Comando provinciale dei Carabinieri di Roma". Documenti, referti medici, forniti dall'attuale comando dell'Arma che il pm ha dichiarato di avere e che negli anni delle indagini su Cucchi dimostrano anche come abbiamo tratto in inganno anche l'ex ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che il 3 novembre 2009 in aula al Senato accusò implicitamente gli uomini della Polizia penitenziaria. 

Fino a quel giorno, ha ricordato il pm Giovanni Musarò, il fascicolo era a carico di ignoti e solo dopo le parole di Alfano ci sarà l'indagine dei poliziotti. Falsi che non si fermano qui, secondo l'accusa. L'anemia messa a verbale da Cucchi diventa 'anoressia' nelle informative dei Carabinieri. Così come falso è l'attacco di epilessia che il giovane geometra avrebbe avuto in caserma. La circostanza è stata smontata in dibattimento. Dati "inquietanti", li ha definiti Musarò

"Si è giocata una partita truccata con carte segnate. Una partita sulle spalle di una famiglia. Qui c'è in gioco la credibilità di un intero sistema", ha detto il Pm Musarò in aula, durante l'apertura dell'udienza in Corte d'Assise nel processo bis.

"Fra la fine dell'ottobre e l'inizio del novembre 2009 in alcuni atti ufficiali interni all'Arma dei Carabinieri compaiono già le conclusioni cui sarebbero pervenuti i medici legali nominati dalla Procura di Roma sei mesi dopo", ha detto il pm illustrando il contenuto delle nuove carte.

"Già in quegli atti si diceva che non c'era un nesso di causalità tra le botte e la morte di Cucchi, che una delle fratture era risalente nel tempo e che i responsabili del decesso erano solo i medici. Tutto ciò era stato scritto non solo quando i consulenti erano ben lontani dal concludere il loro lavoro ma quando la Procura doveva ancora nominarli. Questo lascia sconcertati", ha detto.

Nel frattempo, oggi, il comandante interregionale dei Carabinieri, il generale di Corpo d'Armata Vittorio Tomasone, verrà ascoltato. Presente in aula anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.

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