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Cronaca

Cucchi, parte civile: "Omicidio preteritenzionale per gli agenti"

Arringa finale dell'avvocato di parte civile per Giovanni Cucchi, padre di Stefano. Richiesta condanna degli agenti del penitenziario per omicidio preterinzionale

"Sinergia tra lesioni, astinenza da cibo e morte". Morte "che non può essere stata imprevedibile". E' in estremissima sintesi l'arringa finale dell'avvocato Alessandro Gamberini, legale di parte civile per Giovanni Cucchi (padre di Stefano, il geometra arrestato per droga il 15 ottobre di quell'anno e morto una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini'), al processo che vede imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti penitenziari.

"Sulla causa della morte di Stefano Cucchi, nessuna coincidenza, se non parziale, tra le tesi sostenute al processo dai consulenti dell'accusa, dai periti incaricati dalla Corte, e dai consulenti di parte civile" ha sottolineato Gamberini. "Che si racchiuda tutto in una sindrome da inanizione, ovvero di malnutrizione, come dicono i periti della Corte – ha detto Gamberini – è insufficiente. Un legame causale tra le lesioni riscontrate su Stefano e la sua morte rimane intatto. C'é una sinergia tra lesioni, astinenza da cibo e morte; non può essere stata una morte imprevedibile. Tutti restano interrogativi sul fatto che la sindrome da inanizione possa aver portato Stefano alla morte in solo 5 giorni".

CONDANNE - Per le singole posizioni processuali, per la parte civile "i medici erano avvertiti delle condizioni di Stefano. Ma nulla è stato fatto; penso non si siano resi conto che le condizioni stavano precipitando. Il primario del reparto detenuti del 'Pertini' si caratterizza per la sua assenza; per gli altri medici c'é una responsabilità colposa univoca; agli infermieri si può rimproverare la modalità di tenuta della cartella clinica e alcuni mancati controlli".

Poi il sollecito alla Corte a dichiarare la responsabilità di medici e infermieri (di omicidio colposo per quelli che hanno direttamente avuto in cura Cucchi) con risarcimento del danno in sede civile al padre di Stefano e una provvisionale di 200mila euro (30 mila euro per una dei medici).

Per gli agenti penitenziari, invece, è stata chiesta la trasmissione degli atti alla procura per valutare l'esistenza del reato di omicidio preterintenzionale, e in subordine la condanna per le lesioni con risarcimento danni in sede civile e provvisionale di 50mila euro. Stesse richieste anche per l'avvocato Dario Piccioni che è intervenuto come legale di parte civile per Rita Calore, la madre di Stefano Cucchi. Una frase su tutte: "Il decesso di Stefano avviene senza che il quadro patologico sia stato corretto. Qui non è stata fatta proprio la diagnosi, e senza diagnosi non si può fare terapia".

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