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Cronaca

Processo Cucchi: "Pressioni del Pm su Marino per rifiutare consulenza"

E' quanto riferito in aula dagli avvocati di parte civile della famiglia di Stefano Cucchi. Il Pm: "Può assumere carattere di calunnia"

Il senatore Ignazio Marino avrebbe ricevuto pressioni della Procura di Roma per non accettare la consulenza offertagli dalla parte civile nel processo Cucchi.  E' quanto hanno sostenuto oggi in aula gli avvocati Alessandro Gamberini e Fabio Anselmo, legali di parte civile per la famiglia di Stefano, il geometra di 31 anni fermato a Roma il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini' della capitale.

Il pm Francesca Loy, negando fermamente l'episodio, ha con forza chiesto ai legali di parte civile di provare quanto detto che "poteva assumere carattere di calunnia". La Corte d'Appello ha disposto la trasmissione di copia del verbale d'udienza al Procuratore della Repubblica per quanto di sua competenza.

"Il senatore Ignazio Marino ha rinunciato a essere nostro consulente dopo avere ricevuto 'consigli' da parte della Procura di Roma per evitare un conflitto istituzionale", hanno detto i due avvocati in aula. La parte civile avrebbe voluto Marino come consulente processuale per parlare di alcuni passaggi dell'attività della Commissione parlamentare sulla sanità (dallo stesso Marino presieduta).

La Corte ha reso nota in aula una lettera inviata da Marino per informare i giudici di non essere stato nominato consulente delle parti civili né di aver intenzione di accettare l'incarico. Nell'ordinanza di trasmissione degli atti alla Procura si sottolinea che "le dichiarazioni relative a ipotizzate pressioni dell'ufficio del pm sul prof. Marino tese a evitarne l'audizione nel presente dibattimento potrebbero essere oggetto di valutazione" da parte della procura.

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