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Cronaca

Omicidio Cerciello: ridotte in appello le condanne per i due americani

I giudici della corte d'appello hanno condannato a 24 anni Finnegan Lee Elder e a 22 Gabriel Natale Hjorth. In primo grado per entrambi era stato ergastolo

Sono state ridotte in appello, rispettivamente a 24 anni e a 22 anni, le condanne per Finnegan Lee Elder per Gabriel Natale Hjorth, i due giovani americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto la sera del 26 luglio del 2019 nel quartiere Prati.

La decisione dei giudici della Corte di assise d'Appello di Roma è arrivata mercoledì, e ha modificato la sentenza di primo grado con cui i due americani erano stati condannati all'ergastolo. Nella requisitoria del 10 febbraio scorso il sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano aveva chiesto di confermare l'ergastolo per Elder, autore materiale del delitto, e di ridurre a 24 anni la condanna per Gabriel Natale Hjorth, considerato “la mente” dietro i tragici eventi che hanno condotto alla morte di Cerciello Rega.

Gli avvocati dei giovani americani: "Grande delusione, andremo a Strasburgo"

I giudici d’appello hanno deciso di concedere le attenuanti generiche, accogliendo soltanto in parte le obiezioni degli avvocati della difesa: "Non nascondo una grande delusione. Avevamo dimostrato l'estraneità di Gabriel Natale a questo fatto omicidiario, non aveva previsto l'omicidio, che non era prevedibile - è stato il commento di  Francesco Petrelli, difensore con Fabio Alonzi di Natale Hjorth - Ci aspettavamo fosse riconosciuta la sua innocenza. Leggeremo le motivazioni, perché credo che non sarà facile motivare una condanna in una vicenda così complessa".

"Uno schifo, un compromesso per cercare di salvare un mentitore, ma noi contiamo sempre sull'esistenza di un giudice a Berlino e a Strasburgo - ha invece dichiarato l'avvocato Renato Borzone, difensore insieme con il collega Roberto Capra di Finnegan Lee Elder - Quello che è successo è indegno. Restano le bugie del testimone principale. Mi riferisco alle 53 bugie di Varriale".

La morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

La notte del 26 luglio 2019 Mario Cerciello Rega, in servizio con il collega Andrea Varriale, viene ucciso con 11 coltellate a poche centinaia di metri dall'albergo dove alloggiano due giovani americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, che verranno arrestati poche ore dopo il delitto con l'accusa di essere gli autori dell'omicidio.

Dalle indagini svolte emerge che il vicebrigadiere quella notte stava conducendo con il collega un’operazione che in gergo viene chiamata “cavallo di ritorno”. A loro si era infatti rivolto Sergio Brugiatelli, un pusher romano che gli aveva riferito di essere stato derubato dello zaino da due giovani americani scontenti di una dose di droga acquistate. Brugiatelli, deciso a riavere lo zaino, aveva concordato un appuntamento per farselo restituire in cambio di soldi e poi aveva allertato i carabinieri. Al suo posto in via Pietro Cossa, luogo dell’appuntamento, si era quindi presentati Cerciello Rega e Varriale.

Che cosa sia accaduto la notte del 26 luglio 2019, e come tutto sia finito in tragedia, negli ultimi due anni e mezzo è stato analizzato da ogni punto di vista. Secondo l’accusa Elder, che dall’albergo era uscito con un coltello concertando il tutto con Hjorth, si sarebbe scagliato contro Cerciello Rega deciso a ucciderlo. Per la difesa dei due giovani americani, invece, Elder avrebbe colpito preso dal panico, inconsapevole di avere davanti un carabiniere in borghese e convinto di essere aggredito da complici di Brugiatelli. Di certo c’è che dopo l’aggressione i due giovani sono fuggiti e tornati in albergo, dove hanno nascosto l’arma del delitto, mentre sul selciato restava il corpo ormai senza vita del vicebrigadiere 35enne.

Il processo a Elder e Hjorth

Le indagini serrate dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal colonnello Lorenzo D'Aloia, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nunzia D'Elia, avevano portato all’arresto dei due giovani americani. La Procura di Roma chiese e ottenne per loro il giudizio immediato, e il 5 maggio del 2021 è arrivata la condanna all'ergastolo in primo grado.

"La volontà omicidiaria è evidente, anche l'arma, un coltello da combattimento, con lama lunga circa 18 centimetri lo conferma, le ferite riportate dalla vittima escludono che i fendenti possano essere stati inferti a scopo di difesa, tutte le lesioni risultano molto gravi", scrivevano i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado accogliendo la tesi della pm Maria Sabina Calabretta. Oggi la sentenza d’appello, con 24 anni per Elder e 22 per Hjorth.

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