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Cronaca

Processo a Burtone: ascoltate vittime di altre aggressioni

Nel processo ad Alessio Burtone per omicidio preterintenzionale nei confronti di Maricica Hahaianu, i giudici hanno ascoltato anche altre vittime di aggressioni da parte sua

Continua il processo nei confronti di Alessio Burtone, il giovane ritenuto responsabile della morte di Maricica Hahaianu, deceduta in ospedale in seguito all'aggressione alla fermata della metro Anagnina.

Sono stati ascoltate diverse testimonianze tra cui quella di Adrian, il marito di Maricica che ha dichiarato: “Da quando mia moglie è morta, non lavoro più per stare accanto al bambino, che ha quattro anni. Non ho un soldo e non posso permettermi di comprargli neppure un giocattolo. Mia moglie faceva l'infermiera – ha spiegato ai giudici della I corte d'Assise di Roma, che sta processando Burtone per omicidio preterintenzionale - lo faceva con passione, amava stare al servizio di chi aveva bisogno, e portava a casa almeno 1700 euro. Io lavoravo come fabbro ma ora sono disoccupato".

La corte ha ascoltato anche altre persone che hanno avuto a che fare con Burtone prima del caso dell'Anagnina. Tra questi un uom coinvolto in un episodio nel giugno del 2010, ha detto: "Mentre attraversavo le strisce pedonali sulla Tuscolana - ha detto - mi accorgo che un'auto, in retromarcia, stava per investirmi. Mi sono limitato a dire a chi stava al volante di fare attenzione e quello mi ha mandato a quel paese. Quando pensavo che la cosa fosse finita lì, mi sono sentire battere sulla spalle e, giratomi, mi è arrivato un cazzotto sulla bocca. Poi sono arrivate due vigilesse che, per avermi prestato soccorso, si son viste accerchiate da una decina di amici di Burtone che non volevano che l'episodio finisse in querela". Su questo episodio Burtone ha fatto una dichiarazione spontanea per precisare che il diverbio è degenerato "perché Pensa mi aveva preso a calci la macchina e rivolto alcune parolacce".

Una signora peruviana, la cui figlia frequentava Burtone e la sua comitiva di amici, ha raccontato di aver rimediato il 6 gennaio scorso un pugno in faccia e calci sulle gambe per una banale lite: “Anche mio marito è stato insultato e per un pelo non veniva raggiunto alla testa da una spranga lanciata da questo ragazzo". La donna ha poi annunciato in aula di essere intenzionata a ritirare la querela. Prossima udienza il 15 dicembre quando saranno sentiti altri due testi del pm. (Fonte Ansa)

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