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Cronaca Pomezia

Pomezia: crisi occupazionale per la Dima Costruzioni

Sono ormai due mesi che 180 dipendenti della Dima Costuzioni, nota ditta edile di Pomezia, non ricevono gli stipendi. I sindacati con la Filea CGIL lanciano l'allarme per la crisi occupazionale dell'impresa e le difficoltà che i lavoratori dovranno attraversare nei prossimi mesi, se non si troverà una soluzione alla crisi del settore edile.

La DI. MA. Costruzioni, nota impresa edile di Pomezia, ormai da mesi vive una fase critica della sua tenuta occupazionale e finanziaria: 180 dipendenti non ricevono gli stipendi e salari da due mesi e l’azienda non versa i relativi accantonamenti già trattenuti sulle buste paga, alla cassa edile di Roma e provincia, tanto che i lavoratori non percepiranno il pagamento delle ferie maturate.

I sindacati restano in attesa di una convocazione da parte della società e da parte del sindaco di Pomezia a cui si è richiesto di farsi parte attiva in una vertenza che ha riflessi negativi sulla economia del  territorio già compromesso dalla crisi.

Il Segretario generale della FILLEA CGIL di Roma e Lazio, Roberto CELLINI ritiene che la crisi della Di.Ma Costruzioni sia il sintomo di una crisi generale che sta colpendo tutto il comparto edile del Lazio:”Questo della società DI.MA è l’ulteriore segnale negativo nel  settore delle costruzioni, di una crisi che va sempre più assumendo caratteristiche drammatiche.

Registriamo un’anomala flessione di attività congiunturale poiché la crisi ha ormai caratteristiche strutturali e si manifesta in una diminuzione dei bandi di gara, spesso dovuto al patto di stabilità e attraverso una diminuzione di addetti, che oggi è nell’ordine del 10%, ma già alla ripresa dell’attività di settembre assumerà un fisionomia drammatica.

La caratteristica di micro- imprese e la parcellizzazione del settore non ci consentirà neanche il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari o in deroga per tutelare il reddito dei lavoratori edili, che saranno espulsi dal ciclo produttivo andando, come sempre succede, ad alimentare il lavoro nero ed irregolare o la mancanza di sicurezza nei pochi cantieri che rimarranno aperti.

Si contribuirà in oltre, ad esasperare un clima già difficile, tra lavoratori italiani e stranieri, di cui il settore vanta una percentuale di presenza del 50%.”

I sindacati chiedono, vista la crisi in corso, una concertazione per evitare ripercussioni negative sul territorio del più grande bacino industriale della Provincia di Roma, rappresentato proprio da Pomezia e le sue aziende.
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