Poliziotti arrestati per furti, stupri e mazzette: "Paga o ti facciamo chiudere"

Erano diventati il terrore dei negozianti cinesi dell'Esquilino. Un sestetto di poliziotti, quattro in manette e due indagati per violenza sessuale, corruzione, falso e furto. Quello che emerge dai racconti dei commercianti che hanno deciso di denunciare i loro vessatori ha dell'agghiacchiante. Gli agenti infatti li avrebbero minacciati chiedendo mazzette da migliaia di euro, pena la chiusura dei negozi. Ma non solo. Sul gruppo pende anche l'accusa di violenza sessuale ai danni di una prostituta sudamericana che sarebbe stata stuprata dagli agenti in Questura. 

"Paga o ti facciamo chiudere il negozio". Uno dei quattro poliziotti avrebbe minacciato così un commerciante secondo quanto emerso dalle intercettazioni al vaglio degli inquirenti. Repubblica Roma riporta alcuni stralci dei racconti dei commercianti vessati. 

"Il giorno del dissequestro io e mia moglie siamo entrati immediatamente nello studio per verificare se ci fosse il bracciale e l'orologio  -  racconta un Zheng Wen Kui, dopo la sparizione di un bracciale in oro da 10mila euro e 7mila euro in contante  -  Temevo potesse accadere qualcosa perché avevo sentito dire dai miei connazionali che durante le perquisizioni venivano sottratti contanti da parte dei poliziotti della Squadra Mobile". 

"Temevo che i poliziotti volevano soldi da me, perché tutti noi cinesi sappiamo che quando interviene quel gruppo di poliziotti della Squadra mobile i controlli vengono attuati al solo fine di farsi consegnare o appropriarsi di denaro di noi cinesi". Dice Zhou Chao, titolare della bisca clandestina in via Prenestina, all'altezza del raccordo anulare, a cui a seguito di un controllo tre agenti lo avrebbero costretto a pagare 3000 euro, pena l'arresto. "Perché 2000 euro non erano abbastanza. Visto che erano in quattro e 500 euro a testa erano troppo poco".