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Cronaca

La Protezione Civile al sindaco: "Meno insulti e rispetti chi lavora"

Dopo il botta e risposta al veleno fra Alemanno e il capo della Protezione Civile i dipendenti del dipartimento si fanno sentire. "Il sindaco non insulti e rispetti il lavoro di chi in silenzio fronteggia l'emergenza"

Le scintille della polemica si sono accese quasi subito, quando il sindaco Alemanno si è reso che non era solo qualche fiocco suggestivo. Almeno per qualche ora il maltempo affrontato dalla città è stata una vera emergenza e la capitale si è trovata in seria difficoltà. Dalla città si è poi passati alla provincia dove, con l'isolamento di molti comuni, la situazione si è fatta seria. Il bersaglio unico del primo cittadino è stata la Protezione Civile che, non solo avrebbe dimostrato di avere poteri pari allo zero, ma "anche inadeguata nei pochi compiti che svolge" (parole di Alemanno a "In onda" su La7) e cioè dare le previsioni del tempo.

Sì,è proprio intorno ad annunci fatti dal dipartimento, che secondo il sindaco si sono discostati troppo dalla realtà, che è ruotata in queste ore la polemica e il botta e risposta al veleno tra il primo cittadino e Franco Gabrielli, dal novembre 2010 a capo della Protezione Civile.  Nello scontro aperto tra i due sono poi entrati in campo i dipendenti del dipartimento, con una lettera aperta inviata ad Alemanno che "non è un atto istituzionale - dicono gli oltre 300 firmatari che al momento l'hanno sottoscritta - ma una iniziativa delle persone, che ha una rilevanza personale ed emotiva".

Già perché chi per giorni ha lavorato in tutto il paese per fronteggiare l'emergenza non ha apprezzato affatto le parole di Alemanno. "La smetta di insultare e rispetti uomini e donne che "erano all'Aquila e ad Haiti, a Lampedusa e sulle navi dei migranti, in Toscana e all'isola del Giglio. Operatori, tecnici e funzionari dello Stato "che tutto possono essere considerati, fuorché 'passacarte'". E che, "in ogni caso, le carte che leggono, almeno, le capiscono".

Tecnici e funzionari del Dipartimento sottolineano le "parole al vento" pronunciate secondo loro da Alemanno "non in qualità di sindaco di Roma ma come uomo politico preoccupato forse più del suo futuro che delle sue attuali responsabilità". Ad esempio quella di essere "la prima autorità di protezione civile sul territorio", come prescrive l'attuale legge. Al sindaco i dipendenti di via Ulpiano contestano di aver alzato "un polverone su tutti i mezzi di comunicazione, sbandierando documenti che non è nemmeno in grado di capire" e tutto ciò "solo per spostare l'attenzione degli italiani e dei romani dai disservizi registrati nella capitale a seguito di una nevicata rilevante ma di gran lunga inferiore a quella che sta colpendo" altre regioni d'Italia e altri comuni del Lazio che "non si perdono in polemiche ma lavorano".

Quando poi Alemanno "invoca 'di ripristinare la protezione civile di Bertolaso, trasferendola al ministero dell'Interno - proseguono gli oltre 300 firmatari - dimostra, definitivamente, la sua totale ignoranza del sistema di protezione civile, della sua storia e del suo funzionamento" perché "fu proprio Bertolaso a consolidare la collocazione del Dipartimento all' interno della Presidenza del Consiglio". Altri invece, concludono, "dopo la sua uscita di scena hanno approvato una legge" che di fatto ha ridotto "la capacità d'azione" della Protezione Civile con provvedimenti "ottusi e contraddittori".

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