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Cronaca

Roma 'bucata' dalla campagna elettorale: 98 mila i fori per le plance

Le 1400 plance per le affissioni elettorali sono state installate bucando le pavimentazioni. Quelle impiantate nel terreno sono crollate a causa del vento

Parchi giochi, marciapiedi, fermate dell'autobus, giardinetti: ogni spazio è appetibile. Anzi, è già tanto che qualche “fortunato” romano, aprendo la porta di casa, non trovi il simpatico faccione del politico di turno a dargli il buon giorno. Naturalmente si parla dei cartelloni per le affissioni elettorali o, per dirla elegantemente, secondo i consigli della giunta, delle “plance elettorali”.

1400 IMPIANTI – Per l'imminente tornata elettorale dal Campidoglio hanno deliberato, in data 13 Gennaio 2013,  che “ saranno 1400 gli impianti destinati alle affissioni politiche”. Così suddivise: “700 per le Regionali del Lazio e 700 per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”. A questi vanno poi aggiunti i 300 impianti permanenti del circuito politico sindacale che, senza dubbio, in questo periodo ospiteranno cartelloni politici. Il che significa che la città capitolina, da metà Gennaio, ha subito una vera e propria invasione con gli impianti per le affissioni elettorali che si trovano praticamente dappertutto. 

LE ELEZIONI DEL 2008 – Per la chiamata alle urne di cinque anni fa, l'amministrazione aveva deciso di concedere 1000 spazi per le affissioni politiche. Oggi, quindi, gli impianti sono aumentati del 40%, data anche la coincidenza delle elezione regionali con quelle nazionali. 

NO ALLE AFFISSIONI SELVAGGE – La scelta della Giunta di Roma Capitale, di predisporre degli appositi spazi, nasce da un'esigenza ben precisa. Alemanno e i “suoi” assessori, infatti, hanno deciso di dire basta alle affissioni selvagge, che nelle precedenti tornate elettorali erano all'ordine del giorno. Ogni angolo di Roma, infatti, era lo spazio buono per permettere al politico di dire “Vota me”.

IL MARCIAPIEDE CHE “SOFFRE” - A non gioire per la delibera della giunta di Alemanno sono certamente i marciapiedi di tutta Roma. Se dietro la scelta del Comune c'è una logica condivisibile, i metodi di lavoro sono alquanto discutibili. Per installare le plance, infatti, si è deciso di praticare dei fori nei marciapiedi. Facendo due conti i buchi sono circa 98.000, dato che ogni impianto ha 70 pali. Molto spesso, per giunta, i buchi risultano più grandi del necessario e così è obbligatorio intervenire con delle zeppe di legno, per niente “artistiche”. 

Le plance elettorali (da Romafaschifo)

LA SOLUZIONE ALTERNATIVA – L'altra possibilità sarebbe impiantare le plance approfittando della presenza di terreno a bordo delle strade. Ciò permetterebbe di non bucare i marciapiedi e quindi di risparmiare sui lavori di ripavimentazione degli stessi. Questa soluzione è stata adottata in alcuni casi, non dando però i risultati sperati.

LA TRAGEDIA SFIORATA – Qualche giorno fa, infatti, sull'Appio Tuscolano numerosi impianti, posizionati nel terreno, sono caduti, a seguito delle forti piogge e delle folate di vento. Solo per una fortunata coincidenza nessuno si è fatto male, ma nella stessa zona ci sono tanti altri cartelloni “parcheggiati” allo stesso modo. 

BUCHI DA RIPIANARE – Finite le elezioni, le plance verranno tolte con la conseguenza che i marciapiedi di mezza Roma resteranno forati. A quel punto saranno necessari dei lavori per riempire i buchi, che dovrebbero spettare alle stesse ditte che hanno posizionato i cartelloni. Costo del “gioco”: 200 euro al giorno per ogni lavoratore. Soldi che naturalmente usciranno dalle casse del Comune che a sua volta li prenderà dalle tasche dei cittadini. Come sempre. 

Plance elettorali - foto di Carmine Guarino

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