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Cronaca Marconi / Viale della Piramide Cestia

Mobilitazione in piazza contro gli aumenti di Atac e Acea

Studenti, precari e movimenti per la casa si uniscono insieme per protestare contro l'aumento del biglietto dei mezzi pubblici e contro la privatizzazione dell'acqua

Domani 6 dicembre 2011 i movimenti di lotta per la casa, gli studenti e i precari saranno tutti in piazza per dire no all'aumento del biglietto dei mezzi pubblici annunciato da Atac e alla privatizzazione dell'acqua. La mobilitazione è prevista per domani alle 15 davanti alla metro Piramide e ad annunciarla sono gli universitari di Ateneinrivolta. “Gli studenti e le studentesse, i movimenti dei lavoratori, chi lotta per la casa e per il diritto di soggiorno, i comitati per le lotte ambientali, lottano da mesi contro tutto questo: il debito che condiziona le politiche economiche di tutto il mondo non è nostro, appartiene a banche e imprese che da anni fanno profitti sulle nostre vite - sostengono gli organizzatori - A giugno in 27 milioni lo abbiamo ribadito con il voto referendario, dichiarando che l'acqua è un bene comune e che non tolleriamo che sia fonte di profitto per pochi. Il risultato del referendum sta venendo ampiamente ignorato dalla aziende come Acea, che stanno conservando alti i loro profitti sulle nostre bollette: fino al 20 per cento di quello che paghiamo va nelle tasche dei soliti speculatori".

La mobilitazione di domani è contro lo “scempio sociale” che “riguarda anche i servizi pubblici di questa città: la società dei trasporti Atac sta subendo un processo di ristrutturazione e privatizzazione che comporta la svendita degli immobili ai soliti palazzinari, tagli al personale e agli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici e aumenti delle tariffe per tutti e tutte le utenti, che porteranno a 1.50 euro il prezzo del biglietto. Un prezzo che decisamente non vale il servizio offerto". Ateneinrivolta spiega: “Non abbiamo nessuna fiducia nel governo di tecnocrati nominato dalla Banca Centrale Europea il cui primo provvedimento èstato sovvenzionare la Roma Capitale di Alemanno e incentivare così la svendita di una città che, da bene comune di tutti e tutte noi, è sempre più fonte di profitto per il solito intollerabile 1 per cento di ricchi imprenditori e speculatori. Siamo in credito di diritti, servizi, reddito e salari, non pagheremo noi il debito di Atac e Acea". (Fonte Ansa)

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