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Cronaca Tor Bella Monaca

Agguato a Tor Bella Monaca, a sparare il fratello del boss e un complice. La Questura: "Volevano uccidere"

La Squadra Mobile di Roma ha arrestato Pietro Longo, definito "personaggio di elevato spessore criminale", e fratello di David ritenuti vicino al clan Cordaro

A Tor Bella Monaca le questioni, che siano personali o di spaccio, in certi ambienti si risolvono con le armi. Con gli agguati. Quelli che danno una dimensione criminale tale che, per far luce su una vicenda, è costretta a intervenire anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. L'ultimo fatto si è consumato lo scorso 23 ottobre in una delle strade più trafficate della periferia est della Capitale ed è stato ricostruito dalla Squadra Mobile.

I fratelli Longo

La mano che ha premuto il grilletto di una pistola che ha fatto fuoco contro un'auto con a bordo quattro persone è quella di Pietro Longo, ragazzo di 27 anni, fratello di David Longo, vicino al clan Cordaro, già arrestato dalla Squadra Mobile nel luglio del 2016 nell'ambito della Operazione R9 e per il tentato omicidio di Giovanni Montereale.

I due fratelli lo scorso aprile erano finiti nei guai per aver messo in piedi un giro di spaccio da 600.000 euro al mese utilizzando il metodo mafioso, smantellato dai carabinieri. Una operazione portata a termine anche con l'aiuto di due pentiti che hanno rotto un velo di omertà. 

Pietro Longo non era solo

Pietro Longo, libero in attesa del processo, la sera dell'agguato dello scorso ottobre non era solo. Con lui un complice, sulle cui tracce ci sono ancora i poliziotti. Gli stessi investigatori che stanno ancora lavorando per capire il movente dell'agguato. Al momento nessuna pista è esclusa, da quella legata al predominio nelle piazze di spaccio di Tor Bella Monaca, a quella di una lite per motivi sentimentali, o pure l'ipotesi del rancore personale e la necessità, quasi l'obbligo in quei contesti, da parte di Longo di far capire chi comanda. Supposizioni, almeno in via ufficiale, per ora. Di certo, invece, c'è che quei colpi di pistola sono stati esplosi per uccidere. La Questura, di questo, ne è certa. 

La ricostruzione dell'agguatopolizia-19-6

I fatti risalgono, come detto, alla sera del 23 ottobre intorno alle ore 22.30. Su viale di Tor Bella Monaca una vettura di grossa cilindrata con a bordo due uomini, Piero Longo e il complice, sgomma e blocca sul ciglio destro della carreggiata con una brusca manovra una Mercedes, con a bordo quattro giovani tra i quali una 14enne.

I due assalitori scendono dalla prima auto sparando "ripetuti colpi di pistola all'indirizzo della Mercedes", con le persone a bordo rimaste illese al violento agguato solo grazie a una "repentina manovra in retromarcia", tanto che la macchina resta danneggiata dopo un urto con un palo della luce, spiegano gli inquirenti.

Spari per uccidere

Non solo. Le vittime, secondo la ricostruzione, dopo essere scappate sono state rincorse a piedi da Longo e dal complice con "l'intento di ucciderli", sottolineano da San Vitale. I colpi di pistola esplosi hanno centrato il parabrezza dell'auto, conficcandosi nell'abitacolo, raggiungendo anche il poggiatesta del sedile anteriore lato passeggero. Chi era seduto lì si è salvato perché ha fatto in tempo a piegarsi verso il basso. Già dalle prime battute dopo l'agguato, gli uomini della Squadra Mobile avevano un quadro della situazione. 

"L'arresto di Pietro Longo - commentano dalla Questura - si inserisce nella più ampia azione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e della Squadra Mobile tesa a disarticolare i sodalizi operanti nel quartiere di Tor Bella Monaca, caratterizzato dalla crescente conflittualità tra più gruppi criminali connessa al predominio sulle piazze di spaccio della zona, nel contesto della quale si sono registrati numerose aggressioni anche mediante l'utilizzo di armi. Anche l'azione violenta oggetto di indagine deve infatti intendersi come diretta ad affrancare il proprio potere in una zona contraddistinta da alta densità criminale".

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