rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Dieci euro a persona per vivere a palazzo Curtatone, ma i rifugiati smentiscono

Il caso in Procura. A ritrovare gli indizi la società che ha in gestione il palazzo. La versione degli occupanti

Dieci euro al giorno per vivere nell'occupazione di via Curtatone. Affitto, o meglio pizzo, dovuto non si sa bene a chi. E' l'ipotesi portata avanti da Digos e Carabinieri dopo il ritrovamento, all'interno del palazzo sgomberato sabato 19 agosto, da parte della società che lo gestisce di una serie di ricevute che certificano i presunti pagamenti. Per cosa e a favore di chi al momento non è dato saperlo. La Procura però vuole fare chiarezza e per questo per lunedì ha intenzione di sentire alcune delle persone coinvolte.

I ritrovamenti della società che gestisce il palazzo

Proprio i gestori di via Curtatone, dopo essere entrati nella struttura, hanno ritrovato le ricevute e un pc con il quale, è il sospetto, veniva gestito un sistema di badge. A cosa serviva? A bloccare nuovi occupanti all'ingresso oppure a tenere traccia degli ospiti non abituali? C'è anche un altro dettaglio, secondo quanto emerge, reso noto dalla società che gestisce lo stabile. Sabato, nell'immediato post sgombero, un uomo, identificato come un somalo, ha chiesto di salire nel palazzo per recuperare degli effetti personali. L'uomo avrebbe prelevato dal "nascondiglio" una somma piuttosto sostanziosa, non quantificata dalla società. Da allora più nessuno l'ha visto.

La versione degli occupanti

La notizia ieri ha raggiunto anche i rifugiati durante la manifestazione. Interpellati hanno fornito la loro versione dei fatti hanno spiegato che "hanno cercato di raccontare un'altra storia dello sgombero di via Curtatone. Non è vero che si pagava 10 euro a notte per dormire nel palazzo di via Curtatone. Chi voleva pagava le pulizie, tutto qui. C'eranno donne e bambini arrivati in Italia come rifugiati politici, senza un tetto. Noi siamo il prodotto di un business che non è andato in porto". 

Convalida degli arresti

Intanto sono stati convalidati i cinque fermi effettuati in occasione degli scontri. Tre dei fermati, le tre donne eritree, sono state rimesse in libertà. Per altri 2, sempre eritrei, è invece scattata la custodia cautelare in carcere. L'accusa è di resistenza per aver scagliato bombole del gas contro la polizia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dieci euro a persona per vivere a palazzo Curtatone, ma i rifugiati smentiscono

RomaToday è in caricamento