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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Piano nomadi: Amnesty ne chiede la sospensione

Una delegazione della sezione italiana di Amnesty International è stata ricevuta da Alemanno e dalla Belviso. L'organizzazione ha chiesto al Comune la sospensione e revisione del Piano nomadi, attraverso una raccolta firme

Una delegazione della sezione italiana di Amnesty International guidata dalla presidente Christine Weise è stata ricevuta dal sindaco, Gianni Alemanno, e dall'assessore alle politiche sociali Sveva Belviso. La presidente Weise ha consegnato agli amministratori migliaia di firme, cartoline e disegni di bambine e bambini che, da marzo a oggi, hanno preso parte a un'iniziativa dell'organizzazione per chiedere la sospensione e la revisione del Piano nomadi.

Amnesty International ha manifestato apprezzamento per i passi fatti dall'Amministrazione comunale verso una maggiore consultazione delle persone interessate dagli sgomberi eseguiti nell'ambito del piano ma: "permangono tuttavia timori sul carattere ancora parziale delle consultazioni - si legge in una nota dell'associazione - sia dal punto di vista delle persone coinvolte che da quello delle informazioni disponibili".

Il Piano nomadi èil primo programma sviluppato attraverso i poteri speciali previsti dal decreto governativo del maggio 2008, per affrontare la cosiddetta "emergenza nomadi". Avviato il 31 luglio 2009 dal Comune di Roma e dal prefetto di Roma, prevede il trasferimento di 6000 rom (su 7177 residenti nei campi, secondo un censimento considerato incompleto da più parti) in 13 campi ampliati o di nuova costruzione nella periferia della capitale.

Amnesty ha rinnovato la sua preoccupazione per l'aspetto di "segregazione abitativa che continua a emergere dall'attuazione del Piano nomadi, come confermato dalle dichiarazioni di rappresentanti del Comune di Roma sulla lontananza dei nuovi campi dai centri abitati". Inoltre, Amnesty si è detta preoccupata per il ritardo nell'attuazione dei miglioramenti nei campi, a fronte del proseguimento dei trasferimenti. Nel consegnare le firme, Amnesty ha ribadito le proprie richieste: "un sostanziale ripensamento del piano alla luce degli standard internazionali sul diritto a un alloggio adeguato, il rinvio della sua ulteriore attuazione sino a quando non sarà stata effettuata una piena consultazione di tutte le persone interessate e il pieno rispetto delle norme internazionali che regolano gli sgomberi forzati".

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