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Cronaca Casal de Pazzi / Via di Ponte Mammolo

Pestaggio razzista in metro: identificato il secondo aggressore

Le violenze avvennero il 7 settembre dello scorso anno alla stazione Ponte Mammolo

Ha un nome ed un volto l'aggressore che, insieme ad un'altra persona, picchiò brutalmente un cittadino afgano alla stazione della metro B Ponte Mammolo. L'aggressione razzista avvenne lo scorso 7 settembre del 2021 con gli agenti che fermarono una prima persona, un 42enne romano, che dopo aver rivendicato il gesto mostrò agli agenti una croce celtica tatuata su una mano sottolineando il proprio credo politico. Alle violenze - che avvennero nei pressi di un bar della fermata della linea metropolitana - partecipò anche un secondo uomo che si avvicinò e colpì in pieno volto il cittadino straniero con un violentissimo pugno. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 7 settembre scorso, presso il bar che si trova nella stazione della linea B di Ponte Mammolo, un cittadino afgano di 36 anni fu oggetto di una feroce aggressione. L'uomo stava acquistando una birra quando venne prima spintonato e tirato per un orecchio da un 42enne romano, e poi ingiuriato. Un altro uomo si avvicinò e colpì in pieno volto lo straniero con un violentissimo pugno.

VIDEO | Le immagini del pestaggio

La vittima, una volta caduta rovinosamente a terra, venne colpita con brutalità dal 42enne  per oltre venti minuti con pugni e calci sulla testa e sul volto. In tale fase, il secondo aggressore, che dopo il pugno si allontanò, tornò al bar per acquistare delle sigarette e, non curandosi minimamente dell’aggressione ancora in atto, fece perdere le proprie tracce.

Grazie alle chiamate di alcuni avventori al numero unico di emergenza 112, sul posto intervenne il personale del IV distretto San Basilio che arrestò il 42enne. Il giorno seguente, dopo la convalida, l'autorità giudiziaria dispose nei suoi confronti la misura cautelare personale detentiva degli arresti domiciliari, condannandolo alla pena di un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali.

Da quel giorno le ricerche del secondo aggressore sono continuate incessantemente, e gli investigatori, infatti, sono riusciti ad individuarlo. I vestiti ritrovati a casa erano compatibili con quelli usati durante l’aggressione, così come la presenza di alcuni tatuaggi che erano stati evidenziati dalle telecamere. L’uomo, allora, venne denunciato per lesioni aggravate dai futili motivi e da quelli razziali.

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