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Cronaca

Sparare blocca gli affari: così Casamonica, Diabolik e "l'avvocato del Padrino" hanno fermato guerra tra clan

Il tutto nasce per disinnescare una guerra tra clan ad Ostia. Per siglare e mantenere l'accordo, i due "garanti" criminali si sono rivolti ad un avvocato

Salvatore Casamonica da una parte e Fabrizio Piscitelli detto Diabolik dell'altra. Al centro un avvocato, una figura come Tom Hagen, il famoso legale-garante interpretato da Robert Duvall, nel film Il Padrino.

Sono stati loro tre, ognuno nel suo ruolo, a far siglare una cosiddetta pax mafiosa tra i clan di Ostia che, a colpi d'arma da fuoco, si stavano facendo la guerra per prendere il trono degli Spada dopo gli arresti dell'operazione Eclissi

La pace criminale imposta da Diabolik e Casamonica

A ricostruire il quadro sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma che all'alba del 14 febbraio hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della capitale, nei confronti di Salvatore Casamonica (già sottoposto al regime detentivo speciale del 41-bis) e di un avvocato del Foro di Roma (agli arresti domiciliari), entrambi indagati per il reato di "concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso". Una doppia misura cautelare che è l'esito dell'operazione chiamata, appunto, 'Tom Hagen'.

Casamonica e l'avvocato, insieme a Diabolik (ucciso il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti), secondo quanto emerso dalle indagini "hanno contribuito concretamente al perfezionamento di un accordo finalizzato a stabilire la pace fra il clan mafioso degli Spada e un altro gruppo criminale operante a Ostia capeggiato da Marco Esposito detto Barboncino, contribuendo, in tal modo, a conservare la capacità operativa degli stessi Spada nonostante gli arresti". 

Le indagini si sono sviluppate nel medesimo contesto investigativo delle operazioni 'Brasile Low Cost' e 'Grande Raccordo Criminale'.  

"Io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti"

Monitorando l'evolversi di diverse trattative criminali, gli inquirenti hanno intercettato in presa diretta, Salvatore Casamonica e Diabolik mentre concordavano la pax mafiosa tra Spada e Barboncino. "Io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti eh".

Hanno detto i due che, per siglare e comunicare il patto, avevano però bisogno del supporto di un professionista. Una figura super partes "con libertà di movimento, credibile agli occhi degli altri criminali e con possibilità di accesso alle aule di Tribunale e agli istituti carcerari", spiegano le forze dell'ordine.

Il gruppo di Barboncino rivale degli Spada

L'importanza della figura dell'avvocato

Così, il 13 dicembre 2017 a Grottaferrata è andata in scena la riunione organizzativa. E – come riporta il G.I.P. di Roma nell’ordinanza – "la presenza dell'avvocato non era affatto casuale", tant'è che, stando alle intercettazioni ambientali, Diabolik e Casamonica iniziano a parlare della necessità di avviare il processo di pacificazione fra le due fazioni di Ostia solo quando l'avvocato era arrivato al ristorante.

"D'altronde la pace da imporre sul litorale si inseriva in un momento storico particolarmente complesso per il clan Spada, dovuto allo stato di detenzione dei propri vertici Ottavio Spada detto Marco e Roberto Spada, sommate alle limitazioni cui era soggetto il capo indiscusso della consorteria, Carmine Spada detto Romoletto e al fatto che numerosi sodali del clan Fasciani, federati agli Spada, fossero detenuti da anni", spiega la Guardia di Finanza.

Quando, nel gennaio del 2019, il G.I.C.O. ha dato esecuzione a 'Brasile Low Cost', l'avvocato oggi agli arresti domiciliari realizzava come alla riunione del 13 dicembre 2017 ci fossero "le guardie" (un infiltrato delle Fiamme Gialle ndr) tant'è che, forte della sua esperienza forense e consapevole dell'illiceità delle proprie condotte, così si sfogava con un suo collega: "Mi danno concorso esterno". Una figura professionale ambigua che, secondo gli inquirenti, teneva anche una specie di "corso d'aggiornamento", illustrando alcune tecniche utili ad ostacolare le intercettazioni delle forze dell'ordine.

Barboncino voleva prendersi Ostia

Approfittando del momento di difficoltà degli Spada, Barboncino e il suo gruppo aveva manifestato più volte l'intenzione di prendersi Ostia con atti di forza tanto che in appena tre giorni venivano, infatti, ci sono stati tre distinti atti intimidatori. Prima il 23 novembre 2017 con la gambizzazione di Alessandro Bruno e Alessio Ferreri (quest'ultimo fratello di Fabrizio, cognato del detenuto Ottavio Spada); due giorni dopo una serie di colpi di arma da fuoco contro la vetrina del bar Music a Piazza Gasparri, quello di Roberto Spada e, lo stesso giorno, altri colpi d'arma da fuoco venivano esplosi in via Forni verso la porta di casa di Silvano Spada.

Spada: "I napoletani vogliono prendersi tutto"

Atti intimidatori che avevano turbato Ottavio Spada, tanto che Casamonica e Piscitelli, per scongiurare quella che il Giudice definisce "una vera e propria guerra di mafia", decidevano di dettare all'avvocato una lettera che avrebbe dovuto consegnare, qualche giorno dopo, allo stesso Ottavio in carcere.

Dopo tutto, come ha evidenziato il G.I.P., "una guerra non sarebbe convenuta a nessuna delle due organizzazioni, tanto che Piscitelli e Casamonica dichiaravano apertamente che stavano fungendo da garanti di un accordo tra i due gruppi contrapposti". Di lì a poco, la pace fu siglata. 

Nel mondo criminale romano questa vicenda aveva una tale eco da diventare tema di discussione per mesi: se ne trovano tracce anche tra le righe dell'ordinanza di custodia cautelare relativa all'operazione Maverik. In quelle pagine spiccava una intercettazione che raccontava come solo l'intervento pacificatore di Piscitelli avesse potuto mettere fine ad una faida destinata, altrimenti, a mietere molte vittime: "Romoletto (Carmine Spada) gliel'hanno apparato Diabolik e Fabietti. Perché (Marco Esposito) se stava a cacà in mano".

   

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