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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Parto naturale invece del cesareo, la piccola Alessandra nasce con danno permanente: medici condannati

La mamma della bambina a RomaToday: "Appena il giudice ha pronunciato la sentenza ci siamo abbracciati e poi abbiamo pianto"

Ci sono voluti 7 anni per una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Roma che, dopo un lungo processo, ha decretato la colpevolezza di due medici del reparto di Ginecologia del Grassi di Ostia e una ginecologa del nosocomio di via dei Passeroni, assolvendo una ostetrica dello stesso plesso sanitario. I due medici sono stati accusati di "lesioni personali gravissime causate da condotte colpose". 

I fatti risalgono al dicembre 2012. Francesca era al Grassi per dare alla luce sua figlia. Alle 3 del mattino del 17 di quel mese il travaglio entra nel vivo ma la bimba risulta in "sofferenza fetale" per ore. I medici, secondo quanto risulta dalle indagini, non avrebbero però compreso la gravità della situazione optando per un parto naturale e non per un cesareo che, secondo il Giudice, avrebbe "senz'altro evitato il protrarsi della sofferenza fetale".

Il 18 dicembre nasce Alessandra. La neonata, però, risulta subito in condizioni di salute gravissime. D'urgenza viene trasportata al Bambin Gesù, rianimata, resterà in coma farmacologico per diversi giorni. Le conseguenze di quel parto sono dure: danni cerebrali gravi e permanenti. Ora la bimba versa in una grave disabilità, non parla e si alimenta artificialmente. Ha sette anni. 

I genitori di Alessandra, rimessi insieme i cocci dell'evento traumatico, hanno quindi deciso di fare causa ai medici. Sul banco degli imputati son rimasti per anni due medici del reparto di Ginecologia del Grassi di Ostia e un'ostetrica del nosocomio di via dei Passeroni.

Nel corso delle indagini preliminari furono indagati anche il pediatra e l'anestesista del Grassi: la loro posizione è stata stralciata successivamente. Il processo è lungo con il Giudice che decide di avvalersi di consulenze esterne, una anche da Firenze. 

Dopo 7 anni, il 21 maggio, arriva la sentenza di primo grado: i due medici vengono condannati ad un anno di reclusione, l'ostetrica assolta. L'ospedale Grassi, invece, sarà chiamato a risarcire la famiglia di Alessandra con il danno da conteggiare in sede Civile. 

"Affrontare anni di udienze non è stato semplice ma avevo bisogno di una persona al di sopra di ogni parte che dicesse a voce alta la verità, quella verità che in corso di processo hanno più volte provato a distorcere", racconta a RomaToday mamma Francesca. "Ci siamo presentati in aula facendo fatica a respirare. Quando il giudice ha letto la sentenza ho abbracciato mio marito e il mio avvocato Ileana Serangeli. Sentito il suono della campanella dell'aula del tribunale abbiamo pianto", sottolinea. 

"Finalmente, dopo quasi sette anni e mezzo dall'evento e un'istruzione dibattimentale lunga e articolata, il Tribunale ha riconosciuto la penale responsabilità dei medici ginecologi per i danni permanenti residuati alla piccola Alessandra al momento della nascita. - spiega l'avvocato Serangeli al nostro quotidiano - Sette lunghi anni di udienze, di testi, di consulenti (ben 10 tra ctu e consulenti di parte) per accertare che 9 persone (quelle delle 9 parti civili rappresentate dal legale) hanno visto la loro vita distrutta per colpa medica. La condanna è importante soprattutto per i genitori e i nonni di Alessandra. La strada per la richiesta e l'ottenimento del risarcimento dei danni in sede civile sarebbe stata più facile e più celere, ma il loro desiderio della famiglia era il riconoscimento dell'ingiustizia subita e l'individuazione dei responsabili. Quindi, al di là dei tempi e del fatto che i reati si estingueranno in appello, verità è stata fatta".

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