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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

PUP Roma: i parcheggi interrati secondo i comitati

L'interminabile polemica sui parcheggi interrati. Traffico e sosta selvaggia: se i Pup sono una soluzione lo abbiamo chiesto a chi si batte per loro, a favore o contro

La storia del Pup (Piano Urbano Parcheggi) inizia più o meno venti anni fa con la “legge Tognoli” che volle far fronte all’emergenza traffico delle grandi aree urbane in Italia. A Roma nacque così l’idea dei parcheggi interrati. Nel 2006, l’allora presidente del Consiglio dei Ministri, assimilando l’emergenza traffico della Capitale ad "una calamità naturale" o ad "una catastrofe”, attribuì al Sindaco di Roma i poteri straordinari di Commissario per l’attuazione immediata di tutti gli interventi che tale calamità richiedesse. In qualche quartiere oggi i parcheggi sono realtà, in molti altri sono cantieri aperti, in altri ancora solo progetti. Ciò che i Pup hanno portato in dote, in ogni municipio dove sono sorti (o stanno per sorgere) indistintamente, è una dose massiccia di polemiche: agguerriti comitati contro (No Pup ndr), più o meno ovunque (San Giovanni, Fermi ,San Paolo, Flaminio, Laurentina e altri), e altri a favore (on-line soprattutto).

Entrambe le fazioni hanno molto da dire, e anche qualcosa da dirsi. Il comitato a favore dei parcheggi interrati, il Propuproma è un comitato che si dice “evoluto, comitato che non scende in piazza a fare baccano, ma che argomenta tramite un serio e autorevole blog”, ed è “a favore della sosta interrata o comunque in struttura a Roma”. Il Pro Pup Roma è convinto che questa sia la soluzione (o una delle soluzioni) alla piaga del traffico romano e soprattutto a quella del parcheggio selvaggio. Lo conferma il responsabile, Massimiliano Tonelli:

Qual è la convinzione forte su cui si basa il vostro sostegno al progetto dei Pup?

Sulla convinzione che il suolo pubblico deve essere utilizzato per passeggiare, fare footing, sedersi a un bar, piazzarsi su un parco a prendere il sole, starsene su una panchina a leggere il giornale, lasciar liberi i propri bambini di fare una corsa, attraversare in sicurezza e in piena visibilità una striscia pedonale. Insomma, siamo convinti che il suolo pubblico non debba essere utilizzato come autorimessa, ma per altri scopi. Siamo altresì convinti – e per questo è sufficiente informarsi o viaggiare – di dover arrivare a dei livelli di riqualificazione del suolo pubblico al pari delle altre grandi capitali europee (Madrid, Parigi, Londra) dove hanno tolto le sfilze di auto ai lati dei marciapiedi e hanno messo prefernziali e ciclabili. Per raggiungere questo obbiettivo sono necessari tre passaggi: 1. costruire posti auto nel sottosuolo togliendoli dalla superficie; 2. proporre per la superficie liberata un adeguato arredo urbano; 3. con i soldi ricavati dall'operazione investire il più possibile sui mezzi pubblici. Si innesteranno in questo modo, lavorando seriamente, anche dei circoli virtuosi. Più auto tolte dalle strade, più velocità dei mezzi pubblici di superficie, più velocità, più appeal per i bus, più appeal ancora meno auto in giro e così via...

Allora qual è l'ostacolo che incontrano questi parcheggi, perché – con tutti i benefici che porterebbero – non vengono realizzati e basta? Secondo voi quando saranno realtà?

Molti parcheggi si stanno costruendo, altri stanno per iniziare i loro cantieri. Pian piano ne inaugurano alcuni. Ma è una goccia nel mare. Quello che manca è una grande società pubblica che, integrandosi con i grandi pup privati, realizzi e costruisca grandi parcheggi scambiatori. Pensiamo al modello della Firenze Parcheggi nel capoluogo toscano.

Qual è l'ostacolo più grande?

Un ostacolo di tipo culturale. I cittadini vogliono continuare, nel 2011, a parcheggiare sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, al posto delle aiuole, in doppia fila. Una terrificante abitudine (che ci costa centina di morti e migliaia di feriti l'anno, con esborsi da parte del servizio sanitario regionale quantificabile in miliardi) che è difficile da scalfire. Realizzare parcheggi significa, ad esempio dover imporre alle famiglie di rinunziare alla atroce abitudine della seconda o della terza (se non della quarta) auto, perché ogni famiglia non avrà mai le risorse per pagarsi tutti questi box.

Cosa direste ai (o cosa pensate dei) tanti comitati che sono sorti non appena si è cominciato a parlare di parcheggi sotterranei?
Di piantarla con questo atteggiamento che è solo egoistico. Di smentterla di fare terrorismo sfruttando l'ignoranza della cittadinanza (palazzi che crollano, fiumi sotterranei, tra poco diranno che scavando potrebbe sgorgare lava o potremmo disturbare un drago cattivo nella sua tana) e di viaggiare. Negli anni Settanta Parigi era (pur con millemila metropolitane) ridotta come Roma: hanno deciso di fare parcheggi interrati, arredo urbano, mezzi pubblici di superficie. Oggi solo 4 parigini su 10 posseggono l'auto, mentre sono 8 i romani su 10 a possederne una e ad ingolfare le starde rendendole impraticabili per chi vuole transitarvi. Le strade sono posti inventati per muoversi, non per posteggiare. Per posteggiare esistono strutture apposite.

Qual è la cosa più importante che devono capire, secondo lei?

Devono semplicemente lasciar fare a Roma il percorso che è stato fatto in tutto il mondo. Lottare per far sì che la nostra città rimanda l'unica a livello internazionale dove la sosta è gestita in questo modo indegno è una battaglia persa, loro sanno già che la perderanno, ma la sola idea di dovere, un giorno, parcheggiare in maniera civile, di non dovere fare 18 giri dell'isolato (inquinando e creando enormi pericoli alla circolazione perché chi gira "cercando un buco" adotta atteggiamenti pericolosissimi) per trovar posto li fa andare fuori di zucca..
L'amministrazione attuale come si muove? Siete soddisfatti?
No, non siamo soddisfatti affatto. Si dovrebbe fare molto molto di più. Il periodo di crisi doveva e poteva consentire al Comune di lanciare una grande offensiva su questo settore dove si può far girare moltissima economia non solo con costi pari a zero per l'amministrazione, ma con grandi guadagni. Ogni costruttore infatti versa al comune una cifra in riconoscimento del diritto di realizzare il parking. Sono cifre considerevoli che il Comune reinveste sul territorio creando ulteriore occupazione e generando ulteriore giro economico positivo. Far posteggiare i romani decentemente abbatte l'inquinamento, rende le nostre strade belle (e far scappar via un po' di turisti in meno, ulteriore fonte di guadagno) e soprattutto crea un sacco di posti di lavoro di cui molti altamente specializzati. La sosta selvaggia in mezzo alla pubblica strada, invece, cosa ci fa guadagnare?
Dall'altra parte, su una linea di pensiero opposta (e per molti versi speculare) si muovono i comitati di cittadini contrari ai Pup. Ha risposto a qualche domanda Annamaria Bianchi, coordinatrice dei comitati No Pup della Capitale.
Perchè siete contro la realizzazione dei parcheggi interrati?
Noi non siamo contro la loro realizzazione. Noi, cittadini residenti nelle zone in cui questi parcheggi devono sorgere o stanno sorgendo, poniamo solo legittime e precise condizioni non negoziabili. Non siamo contro i parcheggi interrati a Roma, siamo contro questi parcheggi interrati.
Quali sono le condizioni?
La sicurezza per i cittadini prima di tutto. E assicurazioni congrue. Nella situazione attuale un cittadino non ha nessuna garanzia in caso subisca danni provocati dall'opera. Il Comune non si assume nessuna responsabilità, tutto è scaricato sul concessionario privato. Che spesso è un consorzio a responsabilità limitata creato ad hoc e che si scioglie appena finiti i lavori e che soprattutto ha un capitale sociale di poche migliaia di euro. In caso di danni il cittadino non saprebbe a chi rivolgersi. Non può, inoltre, essere (come è adesso) che sia il concessionario a stabilire i rischi e calcolare l'assicurazione. Altra condizione la trasparenza: tutte le fasi devono svolgersi sotto la vigilanza di un soggetto “terzo” nominato dal comune. Oggi non si capisce bene nemmeno come vengano assegnate le concessioni, non ci sono delle vere e proprie gare d'appalto. O per lo meno, la documentazione in proposito è irreperibile Per ultima la partecipazione dei cittadini: chi vive o lavora in zona deve partecipare alla pianificazione e alla vigilanza dell' opera.
Cos'altro non vi piace dei Pup, come sono concepiti ora?
Il fatto che siano dei box auto, non parcheggi. Box che non influiscono e tantomeno migliorano il traffico né la situazione delle soste selvagge in strada. Ci sono Pup già realizzati che rimangono vuoti mentre in superfice le macchine sono parcheggiate sui marciapiedi (è una situazione che abbiamo documentato). Il prezzo poi è proibitivo: arrivano a 100/150mila euro. E chi li compra li usa come deposito, come magazzino, nonostante sia espressamente vietato. A noi piacerebbero, prima dei Pup, dei nodi dei scambio in periferia, per incentivare l'utilizzo dei mezzi pubblici nelle aree centrali di Roma; nelle zone centrali e semi centrali dei parcheggi a rotazione con stalli aperti, non box auto.
Per voi come si muove l'amministrazione attuale? Siete soddisfatti?
Noi siamo un movimento trasversale, non ci importa dei colori politici ma del bene comune. Sappiamo che Alemanno il Piano Parcheggi lo ha ereditato, lo ha ripreso e l'ha cambiato. C'è stato un buon dialogo con l'assessore alla mobilità Aurigemma, il nostro "libro rosa" (libro di proposte sui PUP presentato dai comitati, ndr) è nato insieme a lui. Poi però questo interesse si è diluito. Noi comunque confidiamo nella buona volontà di tutti.
Cosa direste ai (o cosa pensate dei) comitati nati a favore dei Pup?
Perchè esistono dei comitati a favore dei Pup? Noi non li riconosciamo. E' un solo sito internet e per quanto ne sappiamo dietro potrebbe esserci una sola persona che si spaccia per un gruppo di cittadini. Soprattutto dopo che noi abbiamo invitato queste persone ad un confronto al Comune, per risponderci punto su punto, ma non è arrivato nessuno, quindi..

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