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Cronaca Acilia / Via Ettore Roesler Franz

Paolo Corelli, il salumiere ucciso sotto casa: cosa sappiamo e i punti da chiarire dell'omicidio di Acilia

Le indagini sono seguite dai carabinieri della compagnia di Ostia che hanno interrogato la compagna e i parenti di Paolo Corelli

Chi ha ucciso Paolo Corelli e perché? I carabinieri sono alla caccia del killer che all'alba di lunedì 14 febbraio, a San Giorgio di Acilia, ha freddato con tre colpi di pistola il 48enne dipendente di un supermercato a Fiumicino. 

L'omicidio a sud di Roma è stato efferato. Ecco perché tra i moventi, non si esclude quello della vendetta trasversale. Ma contro chi? Paolo Corelli era incensurato. Il suo nome, infatti, non era noto alle forze dell'ordine, come si dice in gergo. Quello del fratello, invece, sì. L'uomo, come confermato da chi indaga, è ai domiciliari per droga. Che i due fatti siano legati? È presto per dirlo. Gli inquirenti, che lavorano a bocche cucite, non lo escludono. Di certo il fratello di Paolo Corelli, così come altri parenti e contatti stretti, già sono stati ascoltati dai carabinieri di Ostia che conducono le indagini insieme alla procura di Roma.

Chi era Paolo Corelli 

Paolo Corelli, che lavorava nel reparto salumi di un supermercato, era molto conosciuto ad Acilia e a Fiumicino. Una brava persona, lo descrivono in molti. Un padre di famiglia, senza l'ombra di problemi con la legge. Un incensurato, appunto. Nei fine settimana aveva anche lavorato qualche volta anche come addetto alla sicurezza delle discoteche ma, dato il lungo periodo di chiusura da covid, difficile ipotizzare che il delitto possa essere maturato in quell'ambiente. La mamma, Erminia, che vive con il marito Aldo nello stesso complesso di case popolari dove viveva Paolo Corelli, è stata svegliata degli spari. Al Tg1, ieri, lei e suo marito si sono sfogati chiedendo verità per il figlio ammazzato.

La vittima consceva il killer?

Anche i carabinieri, come da prassi, li hanno voluti ascoltare. Tra le persone sentite anche la compagna della vittima. I due non vivevano insieme, pur avendo una figlia in comune. Lei lo passava a prendere tutte le mattine in cui lui aveva il turno presto al lavoro per portarlo da Acilia a Fiumicino. Una abitudine insomma. Una di quelle che il killer, probabilmente, aveva studiato.

Chi ha ucciso Paolo Corelli potrebbe aver studiato le sue mosse, si è presentato all'orario giusto, quando meno se lo aspettava, e ancora favorito dalle poche luci dell'alba ha colpito. Ma la vittima lo conosceva? È possibile. Corelli, secondo qualche testimone, avrebbe corso. Ha fatto qualche centinaio di metri da via Alberto Galli, dove abitava, fino alla vicina via Ettore Roesler Franz. Tre colpi di pistola, di cui uno a brucia pelo, come per finirlo.

Le ipotesi investigative

A dare l'allarme sono stati alcuni abitanti della zona che hanno udito almeno cinque colpi di pistola, anche se i bossoli recuperati sono stati tre. La compagna della vittima è stata tra i primi a soccorrerlo tenendolo stretto. I disperati tentativi di salvarlo sono stati però vani. I carabinieri, che attendono i risultati dell'autopsia che sarà eseguita oggi al Gemelli, hanno anche acquisito i filmati di alcune telecamere della zona di San Giorgio. Nel frattempo saranno esaminati smartphone e pc di Corelli per ricostruire la sua rete di contatti.

Come scritto, è possibile che il 48enne conoscesse chi lo ha ucciso: così si spiegherebbe anche il suo tentativo disperato di fuga. La dinamica dell'omicidio appare ben studiata e immaginare che possa trattarsi di una rapina finita male, uno scambio di persona o una lite estemporanea, appare difficile. Ecco perché, nonostante la fedina penale di Corelli sia immacolata, nessuna pista viene esclusa. 

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