Bomba a Ostia, telefonata fatta da una cabina. "Forse ombra della malavita"
Le indagini sono aperte e la Procura sta indagando sul pacco bomba ritrovato nello stabilimento di Ostia. La telefonata anonima è stata fatta da una cabina telefonica. Bonelli dei Verdi: "Paura criminalità organizzata"
Qualcuno ha abbandonato subito la spiaggia, altri si sono rifugiati in mare. E' dilagato il panico ieri pomeriggio sulla spiaggia di Ostia: un pacco bomba è stato ritrovato all'interno del lido Capanno, in un giardino davanti allo stabilimento. Per fortuna l'ordigno era privo di innesco e a esplodere è stata solo la paura fra i bagnanti. Le indagini della Procura sono aperte e, proprio questa mattina, emerge un elemento in più.
La telefonata anonima che ha allertato il 113 della presenza dell'ordigno sarebbe arrivata da una cabina telefonica. E chi ha telefonato potrebbe essere la stessa persona che ha anche piazzato l'ordigno nelle ore precedenti. Ma il rischio adesso è che sul litorale romano scatti la psicosi: proprio questa mattina un'altra telefonata annunciava a Ostia la presenza di un'altra bomba, ma si è rivelato un falso allarme.
IPOTESI - Il fascicolo della procura è aperto e le ipotesi al momento sono ancora tutte al vaglio. Forse, quella più probabile, sembra essere il gesto intimidatorio, magari della criminalità organizzata, dietro cui potrebbero nascondersi racket, estorsioni e usura. Pare essere la pista prevalente secondo gli investigatori della Squadra mobile di Roma, che hanno ascoltato i proprietari del lido 'Il Capanno', in passato già vittime di episodi mai chiariti, come l'incendio dello stesso stabilimento alcuni anni fa. L'allarme criminalità organizzata è già stato lanciato ieri, a poche ore dal ritrovamento della bomba, dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli.
VERDI - "A Ostia, e non solo, gli stabilimenti balneari sono sottoposti alle attenzioni e alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali che hanno fiutato un grosso affare ed hanno la liquidità per impossessarsi delle spiagge. Avere in gestione una spiaggia non solo consente di fare alti profitti con canoni irrisori (ricordiamo che il canone di uno stabilimento balneare di 8000 metri che rende milioni di euro costa un canone di 1,20 euro a metro quadro. Circa 10mila euro annui: ossia 800 euro al mese) ma anche fare il riciclaggio dei proventi delle attività criminali". Ha dichiarato Bonelli.
"Già nel 2005 - ricorda - nello stabilimento dove oggi è stato trovato l'ordigno il ristorante è stato distrutto da un incendio. Nel luglio del 2007 fu necessario un sit-in di fronte la spiaggia gestita dalla cooperativa Social Beach per attirare l'attenzione sul fenomeno criminale legato alla gestione della spiaggia: quella spiaggia era stata strappata alla criminalità organizzata".